Un Riccardo III da manuale. Post-drammatico

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Michele Sinisi, Riccardo III – foto di ElektroDomestikForce - © Collinarea

Michele Sinisi, Riccardo III – foto di ElektroDomestikForce - © Collinarea
Michele Sinisi, Riccardo III – foto di ElektroDomestikForce – © Collinarea

Abbiate la pazienza di sopportare una breve, pedante lezioncina introduttiva.

Hans-Thies Lehmann è uno dei principali teorici di estetica teatrale in ambito contemporaneo. Nel 1999 ha pubblicato Postdramatisches Theater  (Teatro post-drammatico). Non ha inventato la cosa (il teatro post-drammatico, appunto), bensì il nome. Un po’ come ha fatto Martin Esslin con il Teatro dell’assurdo o Eugenio Barba con l’Antropologia teatrale. In questa densissima opera, il teatrologo tedesco si è occupato della crisi della forma-dramma e, più in generale, del superamento della forma-rappresentazione.

Lehmann ha guardato allo smottamento dei capisaldi della messa in scena tradizionale: la compiutezza e unitarietà diegetica (la fabula), il personaggio, la finzione. E ha individuato i “dispositivi post-drammatici”: frammentazione, incompiutezza, discontinuità, simultaneità, sospensione del senso, opacizzazione dei segni.

Fine della pedante lezioncina introduttiva.

Michele Sinisi, Riccardo III – foto di ElektroDomestikForce - © Collinarea
Michele Sinisi, Riccardo III – foto di ElektroDomestikForce – © Collinarea

Non è forse del tutto improprio considerare Riccardo III di Michele Sinisi, presentato in prima nazionale al piccolo e coraggioso Festival Collinarea di Lari (PI), un esempio di teatro pienamente post-drammatico.

Concentrandosi sul monologo iniziale del protagonista dell’opera di Shakespeare, l’attore e regista pugliese compie una curiosa peripezia (nel senso aristotelico del «volgere delle cose fatte nel loro contrario»): depotenzia, destruttura dall’interno la forma-dramma, realizzando qualche cosa di simile a ciò che Claudio Meldolesi aveva definito “forma sospesa del dramma”.

Per chiarezza, occorre fare alcuni esempi di come tutto ciò è realizzato in scena: il celeberrimo incipit «Now is the winter of our discontent» è mimato, detto e ridetto, fatto a pezzi, scritto con un pennarello rosso, cancellato e riscritto. Lo spazio scenico ha le quinte alzate e i fili elettrici a vista. Un telefono cellulare viene passato reiteratamente all’attore da fondo sala. Il microfono non funziona. E poi palloni da basket e detersivi spray. Un secchio di plastica azzurra. Una lattina. Una sensuale figura femminile dipinta con odorosa vernice spray rossa “da writer” e immediatamente presa a cinghiate. E chi più ne ha più ne metta, in una macchina teatrale iconoclasta che, tritando ogni impolverata aspettativa, restituisce nuovi arguti sguardi. Come il consumato gioco di parole sole-figlio (sun-son) del secondo rigo dell’incipit «Made glorious summer by this sun of York», che diventa occasione per luminosi segni e disegni.

Michele Sinisi, Riccardo III – foto di ElektroDomestikForce - © Collinarea
Michele Sinisi, Riccardo III – foto di ElektroDomestikForce – © Collinarea

L’azione è costruita e condotta con maestria e con una giusta dose di ironia, termine da intendersi sia come pura, salvifica allegria che nell’accezione socratica di distacco da ciò di cui si parla (se inteso in ottica meta-teatrale: allontanamento dal medium utilizzato).

Con sensibilità propriamente musicale, Michele Sinisi dà voce al testo originale reiterando senza posa alcuni passaggi, concepiti fenomenologicamente più come materia fonica, suono-voce, che come veicolatori semantici di significato-intreccio-personaggio.

A proposito di suono: il protagonista moltiplica significanti e significati del testo in lingua originale muovendosi con maestria tra una pronuncia maccheronica “da italiano-medio” e un’altra che forse non sfigurerebbe del tutto vicino a quella di chi in questo ruolo lo ha preceduto (gli appassionati sanno che son nomi da far tremare le vene dei polsi): Richard Burbage, David Garrick e Laurence Olivier, fra gli altri.

Riassumendo: una grande prova d’attore. E di intelligenza. A Lari.

Michele Sinisi, Riccardo III – foto di ElektroDomestikForce - © Collinarea
Michele Sinisi, Riccardo III – foto di ElektroDomestikForce – © Collinarea

Mi siano concesse due ultime annotazioni, smaccatamente personali.

1. Qualche mese fa mi è capitato di vedere un allestimento del Riccardo III a cura di Alessandro Gassman: un kolossal con effettacci televisivi à la Tim Burton che tanto avrebbe da imparare da questa piccola produzione piena di idee, da un processo culturale che si pone in vero, fecondo dialogo con la post-modernità.

2. Per alcune riflessioni qui presenti sono grandemente debitore allo storico del teatro Marco De Marinis, che di cuore ringrazio.

 

MICHELE PASCARELLA 

 

Festival Collinarea – Lari (PI) – 25 luglio-2 agosto – Info: collinarea.it