Dar da mangiare agli alberi

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Tornerò oggi ad occuparmi di uno dei miei argomenti preferiti, il compostaggio. La decomposizione di materiale organico dovrebbe interessare tutti, dato che tutti più o meno produciamo scarti di questo tipo, quantomeno cucinando: è importantissimo raccogliere separatamente i rifiuti organici proprio perché la loro fermentazione in condizioni non controllate può produrre sostanze nocive.
Il compostaggio domestico dei rifiuti organici, lì dove vengono prodotti, va incoraggiato non soltanto per risparmiare camion e camion che viaggiano dai piccoli comuni ai grandi impianti di trattamento, ma soprattutto perché ovunque ci sono piante che possono beneficiare del concime che se ne ricava!
Mentre per le colture orticole è consigliabile utilizzare solo composto ben maturo, gli alberi gradiscono anche un composto semimaturo o fresco, non interrato ma lasciato in superficie. L’albero concimato cresce sensibilmente più in fretta, e fiorisce e fruttifica abbondantemente; risultati stupefacenti si ottengono spostando la compostiera sotto o vicino all’albero, e mantenendola lì per qualche mese: il concime liquido che percola dalla compostiera, assorbito gradualmente dal terreno, nutre la pianta e attira moltitudini di lombrichi… Consiglio di provare questo sistema soprattutto se abbiamo piantato esemplari giovani di alberi che crescono lentamente, come le querce, o se il terreno è troppo magro e compatto e l’albero stenta ad attecchire, ad affondare le radici.
Anche chi non possiede una compostiera o non ha voglia, tempo, spazio per costruirne una, può regalare a un albero una scorpacciata una tantum, in piena estate, utilizzando scarti vegetali freschi ridotti in piccoli pezzi. A puro titolo di esempio, dato che va bene tutto, le bucce di cocomero sono ideali, perchè ricche di acqua, ma se si dispone di un intero cocomero andato a male, il consiglio è di tagliarlo a metà e metterlo sul terreno a faccia in giù, metodo di fertilizzazione abitualmente impiegato nei campi di cocomeri a fine raccolto.
Un secchio pieno di scarti freschi è una quantità sufficiente: se il secchio non vi serve potete semplicemente rovesciarlo, mantenendo tutto il contenuto al suo interno, ai piedi dell’albero, ad almeno mezzo metro dalla base del tronco, e appoggiarci sopra una grossa pietra. In questo modo non si creano cattivi odori, né conseguenti nugoli di mosche, e nessun animaletto può andare a rovistare. In mancanza del secchio, si può usare qualunque contenitore non metallico, e chiuso.
A questo punto basta “dimenticare” la minicompostiera per due o tre mesi: quando andremo a rimuovere il contenitore, probabilmente non troveremo quasi nulla… segno che il banchetto è stato apprezzato.