Teoria della nuvola

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Claudio Verna, Geografia I, 1999, olio su tela, cm.100 x 130, courtesy Galleria Monitor, Roma

Claudio Verna, Geografia I, 1999, olio su tela, cm.100 x 130, courtesy Galleria Monitor, Roma
Claudio Verna, Geografia I, 1999, olio su tela, cm.100 x 130, courtesy Galleria Monitor, Roma

Teoria della nuvola è un saggio di Hubert  Damisch, storico dell’arte e teorico della prospettiva, uscito nel 1972 e da cui questa mostra prende idealmente avvio. Il libro è una storia della pittura che parte da un elemento eccentrico, le nuvole: corpi non misurabili, senza superficie e contorno, che non occupano un luogo e non hanno né forma né limiti definiti. E poiché ciò che non si può misurare con precisione non entra nella griglia prospettica (Brunelleschi infatti nella sua celebre tavoletta con foro che riproduceva il Battistero, tralasciò di rappresentare le nuvole e predispose per il cielo una superficie d’argento che riflettesse quello reale), la prospettiva si rivela dalle origini un sistema di rappresentazione imperfetto, un sistema escludente. Dunque: la nuvola come limite, come un problema della pittura, ma anche un elemento figurale che, proprio per la sua inafferrabilità, conduce i pittori in una dimensione dove domina l’immateriale e il contingente. In un certo senso il cielo con nuvole, in pittura, preannuncia lo spazio astratto: fu così per Gerhard Richter, che usò i suoi cieli plumbei, gonfi di nubi gravide di pioggia, per approdare all’astrazione dei suoi monocromi grigi alla fine degli anni Sessanta. Grandi mostre sulle nuvole sono state fatte in diverse occasioni, e naturalmente hanno incluso quegli artisti che, come Constable e Turner, hanno dipinto quadri dove le nuvole dominano quasi completamente la tela. La mia mostra ideale sulle nuvole dovrebbe includere anche le immagini di nuvole in due film di Gus Van Sant: Elephant, sulla strage alla Columbine, in cui un cielo minaccioso puntella le sequenze del film come il preannuncio del disastro imminente e Psyco, remake concettuale – maniacalmente perfetto in fatto di inquadrature, movimenti, durata delle scene – del celebre film di Hitchcock, in cui l’unica discrepanza con l’originale è il passaggio fulmineo di un cielo nuvoloso; la foto con nuvole (virata in viola) della copertina di Infinite Jest; le immagini di Infinito di Luigi Ghirri, un’opera del 1974 che è “un possibile atlante cromatico del cielo”, fotografato ogni giorno per un anno intero. Uno degli scatti di Infinito, in effetti, sarà in mostra alla Galleria Marcolini: per me è una specie di inizio, di nucleo germinale di tutta la mostra.

Teoria della nuvola, alla Galleria Marcolini, è una mostra di appunti sulle nuvole e un modo per tenere insieme alcune opere erratiche che ho visto negli studi di alcuni artisti: le foto di Giovanni Ozzola con nuvole di fumo artificiale, nugoli leggeri illuminati da una luce teatrale che sembrano emergere dalle tenebre; un  dipinto di Claudio Verna che, pur astratto, ha la nuvola come referente o rimando involontario; un disegno di Luca Bertolo, con nuvola e pioggia, realizzato con un impasto di terra e sperma; un video di Alice Guareschi in cui nuvole e montagne viste dal finestrino di un aereo sono il paesaggio che accompagna una riflessione sul viaggio, sulla dinamica del partire/tornare, sullo stato emotivo che il viaggio comporta; la foto della grande nuvola trasportata sul tettuccio di una vecchia Cinquecento in un lavoro di Gabriele Picco installato al Parco delle Madonie in Sicilia, che sembra la traduzione in scultura di uno dei suoi disegni degli esordi; Progetto per un cielo di marzo di Alessandro Sarra, serie di tentativi di fissare la visione del cielo attraverso un processo pittorico e fotografico che fa emergere le forme solo a posteriori, e le rende instabili; le foto con nuvole su carta millimetrata di Antonio Rovaldi, quasi un commento al problema rinascimentale della rappresentazione e misurabilità del cielo di cui parla il saggio di Hubert Damisch.

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dal 27 settembre al 19 novembre, opening 27 settembre ore 18-21 – Forlì, Galleria Marcolini, Via Francesco Marcolini 25/A – info: 388 3711896, galleriamarcolini.it

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