I vini di Babbo Natale

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I-VINI-DI-BABBO-NATALESono appena terminate le festività, e mi viene voglia di tracciare un bilancio, che non è solo quello della bilancia e del computo dei chili acquisiti, ma vuole esaminare il consumo del vino durante questi momenti conviviali.

Vorrei suddividere i gruppi dei consumatori di vino delle feste in tre categorie: i consumatori abituali; i consumatori delle sole feste; i consumatori compulsivi. Questi tre tipi di consumatori fanno parte di gruppi aperti, che spesso possono compenetrarsi, in circostanze in cui si trovano a doversi frequentare, loro malgrado, come nelle feste natalizie. Ma andiamo ad analizzare i gruppi e le loro caratteristiche partendo dal primo: gli abituali pensano a lungo in maniera maniacale cosa selezionare per i banchetti delle feste, tenendo conto dei piatti e degli abbinamenti, oltre che della possibilità di ben figurare con quegli ospiti che condividono la stessa passione. Risultato? Gli appartenenti a questo gruppo, al quale mi sento purtroppo molto affine, non si rendono conto che questi momenti di festa non sono né una degustazione di tecnici, ne un palcoscenico in cui ostentare i propri saperi, per cui le delusioni sono assicurate.

I consumatori delle feste, cercano invece di recuperare tutti i regali ricevuti, anche di anni precedenti (e quindi spesso morti e pronti ad una sepoltura in lavandino), oltre ad acquistare prodotti di prezzo basso e nome riconoscibile, ai discount. Risultato: ci raccontano, con voli pindarici, una conoscenza e ricerca dei prodotti assai difficile da riscontrare. Ultimi i compulsivi. Questo gruppo ha acquistato solitamente un numero di bottiglie, che sarebbe sufficiente a far brindare una caserma intera per 10 festività natalizie. L’importante è che si percepisca sempre l’abbondanza, a volte indipendentemente dalla qualità, altre anche con prodotti veramente straordinari. Risultato: è il trionfo dello spreco e della decadenza della civiltà dei consumi, anche se messi in rete con il gruppo precedente, potrebbero rifornirli per un virtuoso utilizzo del riciclo per gli anni a venire.

Ma come mai le delusioni sono cocenti per tutti i gruppi?

A vanificare gli sforzi sono una serie di fattori, primo dei quali è il disinteresse di molti commensali sul tema vino che consumano nella totale disperazione di chi si è impegnato nella selezione. Inoltre spesso l’abbondanza dei prodotti e i tempi lunghi di permanenza a tavola, fanno crollare l’attenzione anche ai più appassionati wine lover.

Consigli per l’anno prossimo? Non ne ho, ma vi dico come mi orienterò d’ora in poi: sceglierò sempre una bottiglia che abbia una storia da raccontare perché ha dietro una bella persona, per affascinare gli ospiti. Poi una bottiglia che mi è sempre piaciuta e che non assaggio da un po’, e per concludere, un vino che da sempre desidero assaggiare, ma che per qualche motivo mi era sfuggito. Poi se queste finiranno in pasto alla suocera chiacchierona che aggiunge l’acqua, al nipote con grande interesse per il vino (in quantità) o a chiunque a parte te, che ci tenevi ad assaggiarlo, mi ricorderò che è Natale e sorriderò.