
Una nuova e importante sezione permanente, ideata dal MIC è stata aperta al Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza (MIC). Si tratta di un percorso che attraversa la storia della civiltà a partire dall’Oriente per arrivare all”Europa.
Su un patrimonio di circa 15mila manufatti, i curatori, Carmen Ravanelli Guidotti, Valentina Mazzotti, Claudia Casali, Stefano Dirani, Rolando Giovannini hanno selezionato circa un migliaio di piastrelle e mattonelle da rivestimento dal Medioevo ai giorni nostri.
Una storia che affonda le sue radici nell’Oriente antico. Ma è sopratutto il mondo islamico a rivestire con mattonelle smaltate in vari colori le pareti di moschee, mausolei, scuole coraniche e palazzi, con esiti di raffinato decorativismo. Abitudine che si diffonde poi in Occidente attraverso la mediazione della Spagna. Sulla scia emulativa degli esemplari spagnoli anche in Italia si radica la produzione di mattonelle e mattoni smaltati che nel XV-XVI secolo rivestono i pavimenti di cappelle, studioli e i soffitti di chiese, per poi conquistare nel corso del ‘600 e soprattutto del ‘700, porzioni sempre più estese di superfici pavimentali e parietali. Con l’introduzione dei mezzi meccanici e dei processi industriali, dopo la brillante stagione Liberty di inizio ‘900, la mattonella supera il discorso strettamente decorativo per divenire mezzo e supporto artistico (come nel caso di Arturo Martini o degli stessi futuristi) e poi nel secondo dopoguerra si diffonde a livello popolare.
Da una raccolta di oltre 10.000 piastrelle industriali, raccolte negli ultimi trent’anni da Rolando Giovannini, con un paziente lavoro di selezione che ha coinvolto i principali produttori e designers non solo italiani è stata ricavata una parte dedicata all’industria della piastrella. Si tratta di un campionario vasto con famose firme da Sottsass alla Campi, da Mari a Munari, da Scanavino a Zauli, solo per citare alcuni nomi.
Museo Internazionale delle ceramiche in Faenza, viale Baccarini 19, Faenza, info: www.micfaenza.org