Basile e il blues dispari

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cesarebasile13Cesare Basile è là sul palco, solo, seduto su una sedia, con in mano una Crucianelli comprata a un mercatino e sotto i piedi uno stomp box che simula una cassa, o forse un cuore.

Fuori la nebbia non ha ancora deciso se coglierci o passare avanti. Lido Adriano è un paese costruito per un’altra stagione, si capisce, ma il Cisim prova a dare il suo senso a questo giovedì, e diverse decine di persone con lui.

Basile bravo e magnetico come sempre, troppo scuro e nero per essere di massa, per nulla accomodante, per nulla consolatorio. Che qui siamo nel tunnel, e luci in fondo non se ne vedono.

Eppure la luce c’è, neppure troppo in fondo, ed è la luce delle cose belle e vere.

Come quelle che fa stasera, una dopo l’altra, come in un rosario delle passioni, nella sua ispirata liturgia di cantastorie senza tempo, giocando al meglio le due cose che ha sottomano, nel suo folklore senza ricatto, nel suo raccontare storie d’altra umanità poggiate s’un blues di tempi dispari, di quinte alterate, di Sicilia che si specchia nell’America delle solitudini.

Stasera è solo, e soli siamo noi. E non manca nulla.

ANTONIO GRAMENTIERI

Visto il 19 dicembre, Cisim, Lido Adriano