Being Azdόra

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Azdora alle prese con il mattarello

 

Azdora alle prese con il mattarello
Azdòra alle prese con il mattarello

Per inaugurare questo blog che parlerà di cibo, di Romagna e – prevalentemente – di donne, ho pensato di cominciare dalla Azdόra. La figura della donna romagnola, amata e rispettata, tra le mura domestiche e fuori. Questo ieri. A anche oggi.

Ragionavo su quanto sia cool essere Azdόra. Being Azdόra, appunto. No perchè non ditemi che non ci avete pensato anche voi: voi che adesso avete un foodblog, voi che passate i pomeriggi ad abbracciare quei lavori domestici che le nostre nonne e mamme hanno cercato di scrollarsi di dosso con tutta la forza che avevano, voi che sognate di allevare galline e lasciare il vostro lavoro d’ufficio, voi che respirate a pieni polmoni una “nuova casalinghitudine”. Ossia la scelta consapevole di un numero sempre maggiore di donne che trovano più stimolante per la propria emancipazione starsene a casa a laccare arrosti piuttosto che litigare con i loro capi idioti e logorarsi con la fregatura dell’essere multitasking. Non ditemi che non ci avete pensato: la Azdόra , la reggente della casa, con il seno prosperoso l’idiosincrasia per le diete e le mani abili nel tirare la sfoglia, è un’antenata delle moderne hipster che si autoproducono pane, marmellate e che hanno un orto in terrazzo.

Oltre che foodie, la Azdόra è social. No, non nel senso che ha una sua pagina Facebook o un account twitter. E’ social per davvero, nel senso fisico del termine. Che le basta radunare le persone attorno a un tavolo per generare un network (si sa, il cibo e una tavola apparecchiata sono il più antico e insieme moderno dei social network) per innescare una conversazione e una storia. Social perché, come siamo noti noi in Romagna, socializzare ci piace e ci riesce anche bene. Da molto prima che arrivasse Zuckerberg, per dire.

La Azdόra ancora non lo sa, ma è un modello di donna postmoderna, estremamente attuale e da riscoprire, sia a favore delle giovani generazioni emiliano-romagnole, sia come esempio femminile positivo e interessante a prescindere da origini e latitudini. Anche rispetto al rapporto che ha con il proprio corpo: avete mai visto una Azdόra a dieta? Se è vero come vero che il moderno femminismo e le moderne icone sono quelle che se ne fregano della dittatura della taglia 38, della chirurgia plastica, di qualche curva in più, e dell’omologazione della bellezza stile Barbie, converrete con me che la Azdόra potrebbe meritarsi la copertina di Vogue. Loro la chiamerebbero Curvy!

E che dire della sua imprenditorialità? Oggi la Azdόra è la donna manager, quella che regge-governa-organizza con un’autorità e un’autorevolezza che è tipica del personaggio tradizionale e di quello contemporaneo: si sa che le donne in fatto di organizzazione hanno una marcia in più.

Dunque, e vengo alle conclusioni di questo post, forse è solo una questione terminologica. Ieri ci facevamo chiamare Azdόra, oggi siamo sempre noi: cambiano solo gli aggettivi. Foodie, curvy, social, manager e blablablabla. Voi che ne dite?