No Vasco io non ci casco

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La musica brutta per me è musica non universalmente apprezzata o che per pregiudizi legati alla moda o allo status viene denigrata e liberata come un fenomeno da baraccone solo in determinate occasioni ridanciane, tipo le feste da happy hour o i revival. A me vengono in mente le boy e le girl band, i teenage idol, la disco tamarra, per fare solo alcuni esempi.

C’è poi un tipo di musica che viene esaltata a priori sebbene nasca per essere ascoltata da pochi intenditori. Parliamo dell’ultima generazione dell’indie italiano, che fa delle Luci della Centrale Elettrica il suo cavallo di battaglia. Fino ad alcuni anni fa fare musica indie non significava assolutamente niente, giustamente. Perchè l’indie non è un genere, ma solo una scelta di produzione, attraverso etichette discografiche indipendenti, appunto. Ma per colpa di un malvagio sortilegio, da un po’ di tempo a questa parte l’indie si è trasformato prima in un genere musicale, poi in una tendenza modaiola. Di conseguenza se io ascolto della musica indie, qualsiasi band è buona, e fare distinzione non è poi così importante (provocazione).

Premetto che il cantautorato non è mai stato il mio genere preferito. Nonostante ciò ho sempre riconosciuto l’importanza della varianza dei generi.

Ma nel caso delle luci credo ci sia stato un misunderstanding.

Solitamente (e credo di non sbagliarmi) nel cantautorato si da importanza alle parole. Questo a differenza di altri generi che prediligono la musica (e non è il nostro caso) o che fanno delle liriche non sense il loro marchio di fabbrica. In più di solito una canzone che fa del testo la cosa più importante dovrebbe risultare facilmente comprensibile.

Mi spiego meglio: quando Bugo mi canta ”Io mi rompo i coglioni”, io capisco molto bene cosa mi vuole dire.

Ma purtroppo Io quando sento le luci non capisco un cazzo di quello che Vasco vorrebbe dirmi.

Quindi Vasco ti chiedo: “Che cazzo mi vuoi dire?”

Vasco per favore, dimmi cosa vorresti esprimermi quando mi dici…

“I tuoi occhi nel cellophane e ci hanno fucilati
parlavamo delle nostre interiorità come fossero delle metropoli
degli edifici antisismici delle camere a gas
parlavamo degli spargimenti di soldati in periferia
avevamo l’inesperienza necessaria e fogli di via
e al mattino i capelli ricoperti di brina
ti avrei portato a nuotare dove affondano le petroliere
ti avrei portato a nuotare dove affogano le petroliere
e se ti piove dentro se hai i temporali dentro
ecco i tuoi sospiri fai cadere il governo
ecco i tuoi sospiri fai crollare il governo
e ti cercano con gli elicotteri
e ti cercano con gli elicotteri
e ricordi sopravvissuti ai nostri ultimi raid aerei
sono sugli autobus sfiniti che dormono in piedi
metti in lavatrice i cieli neri”


Perché io Vasco capisco solo “gnegnegnegne…..”.

Ma magari è un problema mio.