Una Romagna golosaria

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Paolo Massorbio
Paolo Massorbio
Paolo Massorbio

Di rassegne o festival sul cibo ce ne sono a bizzeffe. Si va dalle sagre di paese, ai summit sulla scienza dei fornelli, agli eventi trendy: quelli sempre pronti a servirci l’ultima scoperta su quello che, secondo organizzatori e gourmet, ci piace mangiare. In un panorama, forse anche un po’ troppo affollato, Golosaria, la manifestazione di cultura e gusto ideata dall’autore del Il Golosario, Paolo Massobrio, si è ritagliata uno spazio diverso. È la narrazione della filiera agroalimentare di un territorio: da produttori e artigiani del cibo, alla sua cucina e i suoi cuochi. È un omaggio a tutte le persone che “resistono” nel produrre qualità enogastronomica in luoghi spesso poco conosciuti o poco frequentati dal turismo e dal grande pubblico. E per la prima volta Golosaria sbarca in Romagna, presentandoci una lettura, nuova e diversa della filiera del cibo della Romagna.

Come definiresti la tavola di questo pezzo del nostro stivale?

«Completa e con confini molto chiari. C’è, infatti, una cucina di mare, tradizionale e povera per certi versi e una cucina dell’interno che rispecchia la storia di tanti paesi italiani dove c’era vita, produzione. Questa cucina è l’ideale per un’esperienza che va sotto il nome di Dieta Mediterranea, ma non solo per la presenza del mare, ma proprio per la biodiversità storica del suo interno. L’olio extravergine di oliva che si produce qui è un collante eccezionale di tutto questo».

Come mai la scelta di Riccione, visto che le location di Golosaria sono Milano e il Monferrato?

«Perché Riccione è in Centro Italia e quindi ha elementi di conoscenza e di comunicazione diversi ed esemplari rispetto a Milano e al Monferrato. Milano è la città che ospiterà l’Expo, è una piazza dinamica; il Monferrato è il racconto di una storia lunga mille anni e passa attraverso il suoi castelli, mentre Riccione è un avamposto del Golfo di Venezia, è divertimento, vita».

Che cosa racconterete a Riccione Golosaria?

«Intanto Golosaria è un progetto di comunicazione territoriale; quindi vuole raccontare la Romagna come l’abbiamo conosciuta e documentata in anni e anni su Il Golosario, con tanti straordinarie materie prime e produttori. Sta arrivando Expo e spesso dimentichiamo che il nostro genius loci è motivo di attrattiva per chi no ci conosce, ma se non si lega a una storia, si perde l’occasione di affascinare il visitatore».

Qualche anno fa hai definito Coriano, Comune sulle colline subito alle spalle di Riccione e Rimini, la Montalcino di Romagna. Perché?

«Nasce dalla sorpresa sincera del valore dei Sangiovese che crescono su queste colline. In poco tempo ho scoperto che i vini che mi piacevano tutti sangiovese, erano di quel Comune, quindi la mia espressione fu questo paragone, che è anche un auspicio a investire ancora di più su un vitigno storico».

Golosaria porta con se il marchio di EXPO. Quale contributo può offrire il modello di filiera agroalimentare italiano al resto del mondo?

«Direi enorme. L’Italia, su questo nessuno dubbio, è un museo vivente a cielo aperto del maggior numero di biodiversità al mondo, concentrate in un perimetro abbastanza ridotto. L’Italia che è stata centrale nella storia dell’Umanità, per tante vicissitudini storiche, ma anche geografiche, ha saputo trattenere tutto ciò che l’ha contaminata. Nella storia dell’Italia è come se ci fosse il mondo conservato. L’Expo sarà la rappresentazione di questo. E anche la Romagna è una cifra di questa esperienza».

Carlo Bozzo

 

31 maggio-2 giugno, Riccione, Riccione Golosaria, Palazzo dei Congressi, info: 01 31261670, golosaria.it