La mia intervista immaginifica 2.0: Anna Calvi

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Anna Calvi

Sono stata al concerto di Anna Calvi a Ravenna con la speranza di riuscire ad avvicinare la “diva” ma non mi è stato permesso. Questa è la mia intervista impossibile, una pura invenzione.

Anna Calvi

Sia benedetto il calcio, quando grazie a esso ti ritrovi in un treno semivuoto anziché strapieno come al solito. L’aria condizionata come da copione non funziona, ma il mio personalissimo calvario di paranoie da temperature estreme è mitigato dal fatto che, stanchissima, non ce la faccio a tenere gli occhi aperti: devo essere svenuta, dato che un istante dopo mi ritrovo già a Ravenna. Sono qui per Il concerto di Anna Calvi, in tour ancora con le arie del vecchio disco. One Breath è un album maturo che mischia atmosfere angeliche e oscure, riff di chitarra con l’organetto. Piece By Piece, potrebbe piacere ai fan dei Suede con quei vocalizzi sui ritornelli sorretti da una figura fissa di batteria 

Il concerto di venerdì 20 giugno si è svolto in un luogo storico di Ravenna, davanti ad un pubblico seduto dalle età più disparate, che manco i giochi della Ravensburger: giovani fan e persone anziane col posto riservato in prima fila che, muniti di abbonamento a tutti i concerti stagionali del Ravenna Festival, non rinunciano giustamente ad un appuntamento probabilmente poco consono ai loro gusti.

Lo show è breve, e dell’ora e un quarto di esibizione resta impressa in mente la parte finale, un crescendo tra improvvisazione e lirica che ci lascia con l’immagine incantevole di una fiamma che brucia, di cui vorremmo tracciare i pixel, perché questo fascino come tutto ciò che si consuma è qualcosa che non ritorna e ci lascia l’amaro in bocca di non essersi fatto osservare un po’ più da vicino…

Come è stato il concerto di stasera visto dal palco?

well… ora io vorrei cercare di evitare altri luoghi comuni… però è vero che quando un artista sale su un palco, il pubblico e tutto il resto intorno quasi non esiste. l’arena rocca brancaleone è indubbiamente un posto meraviglioso, ma suonare sul palco di un piccolo club non avrebbe fatto molta differenza. l’importante è che il pubblico abbia avuto ciò per cui è venuto a vedermi… ovvero: emozioni.

 A proposito di emozioni, qual è il primo disco che hai comprato da bambina e il primo concerto a cui sei stata.

Ho comprato il cd di Like a Virgin come regalo per il compleanno di mia sorella. I miei genitori ci obbligavano ad ascoltare per ore musica classica, Rossini e Chopin, opera lirica e musica degli anni 40 e 50. Ero una bambina audace!

In realtà uno dei primi dischi acquistati per me stessa deve essere stato il cd di Division Bell dei Pink Floyd nel 94 appena uscito.

E il tuo primo concerto?

Anna Calvi
Anna Calvi

1988, sono vecchia! Qualcosa di musica classica ai tempi delle elementari, era un compito delle vacanze.

E poi a Milano i miei zii mi portarono al concerto dei Cradle of Filth era nel maggio del novantasette.

Quali sono le donne della musica che ti piacciono di più oltre ad Édith Piaf?!

No aspetta, sicuramente non è facile… Però innanzitutto devono emanare fascino unicamente o soprattutto per doti artistiche e non per l’immagine che media o promoter le affibbiano,Tori Amos ad esempio rientra nella categoria. Anneke van Giersbergen ex-The Gathering, Kari Rueslatten ex 3rd and the Mortal, Aretha Franklin, banale forse ma ci sta.

A metà concerto Carry me over, fa cantare un po tutti è una canzone che si presta facilmente ad accostamenti con alcune tue colleghe.Cosa ne pensi di cantanti come Likke li, Saint Vincent, Santigold? Si può in qualche maniera attribuire gran parte del merito del loro successo ad un buon lavoro sull’immagine attuato da promoter e media?

Purtroppo di questi tempi è difficile scindere il vero dal finto, anzi, spesso gli “artisti” è meglio non conoscerli troppo a fondo per non restare delusi, comunque quando si diventa famosi in tempi rapidi raramente è solo per meriti artistici e basta.

Un video alla David Lynch potrebbe essere il perfetto corollario di Desire, tratto dal tuo ultimo disco. Eppure io l’anno scorso ho avuto un’impressione ben diversa di te rispetto a quella che dai sul palco. Eri al mare e zompettavi sulla spiaggia rovente…

Il bello dell’arte è che ognuno la può interpretare a suo piacimento… Il problema è sempre che la delusione è dietro l’angolo, se c’è una mezza “infatuazione artistica” poi non ne parliamo, basta un soffio a far precipitare quel castello di carte che ci eravamo costruiti.

Tom Yorke può esserne un buon esempio?

Tom Yorke è uno che fa “music for music’s sake”? Se ha detto questo è il più gran bugiardo che conosca! (dopo silvio berlusconi, ovviamente) i Radiohead… certo li ascoltavo, anche perché c’è stato un periodo in cui ogni qualche ora Mtv passava il video di “Karma Police”. Senza quell’esposizione mediatica, dubito che oggi li conoscerebbero in tanti… e comunque meglio pochi spettatori ma attenti piuttosto che un intero continente ma superficiale, che conosce in media solo quei 2-3 brani passati in radio o televisione. Comunque chiaro che i Radiohead non sono Karma Police, ma c’è sempre un immaginario collettivo che istintivamente effettua collegamenti istantanei tra una cosa e l’altra. Morricone continua a essere “quello delle colonne sonore di Sergio Leone” però quando le ha scritte aveva più o meno l’età che ho ora e in 40 anni ne ha fatte di cose,però è e sarà sempre quello dei film western e del fischio di Alessandro Alessandroni e così via.

Soprattutto se, come è naturale, ci sono dei cambiamenti nelle ambizioni e nelle aspettative degli artisti anche io ho delle aspettative ogni volta che esce un tuo nuovo disco. Hai detto in un’intervista per La Stampa che a dieci anni sognavi ad occhi aperti di essere la chitarrista di David Bowie. Adesso a 33 anni, ora che la musica è diventata il tuo lavoro, quali sono i tuoi sogni ad occhi aperti?

Chitarrista di Bowie non lo sono ancora, perciò quel desiderio è ancora vivo in me. Per il resto, vorrei conquistare tanti uomini quante sono le donne conquistate da Mick Jagger in 50 anni di onorata carriera. Siamo sulla buona strada… e posso assicurarti che chiunque affermi di essere diventato musicista solo per l’onore e la gloria di essere citato da più persone possibile, o solo perché è bello emozionare qualcuno con la propria arte, mente sapendo di mentire.