Giovanni Lindo Ferretti, archivista del futuro

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Giovanni Lindo Ferretti

giovanni lindo ferretti

Ai tempi della pubblicazione di Mi ami e dei suoi spermi indifferenti, io ero solo spermatozoo in divenire. Eppure come tanti sento questa canzone particolarmente vicina, e attendo una nuova occasione per farla mia in una delle date del tour. Ora che Lindo Giovanni è tornato per restare, A cuor contento, con protagonisti i brani delle sue precedenti formazioni: Cccp, Csi, Pgr.

In questo rituale della riproposizione, ci manca qualcosa delle vecchie formazioni di Giovanni Lindo Ferretti? Forse. Non tanto la musica o il pensiero, quanto quella rabbia corrosiva e poetica rivolta ad un insieme di schemi che facevano parte non solo della cultura dominante, ma soprattutto di quella alternativa. Conforme a nessuna «strana posa», appunto. Questa è stata la gioventù di Lindo, e in buona parte anche la sua maturità, improntata a una libertà di pensiero totale, irriverente. Libertà senza parrocchie a cui strizzare l’occhio, libertà sbattuta sui media nazionali mischiando la nicchia con il mainstream, il sacro col profano. E forse è questo abbraccio totalizzante, eppure alieno, con il proprio momento storico quello di cui sentiamo la mancanza. Lo spirito più dissacrante di una ribellione punk all’emiliana che in quegli anni non aveva niente da invidiare al movimento londinese, almeno per chi l’aveva percepita oltre i suoi aspetti esteriori, oltre la risata all’inizio di Emilia Paranoica. Con questo tour – intanto – viene rivissuto, catalogato e archiviato un reperto bibliografico fondamentale della musica italiana. Ci sono passati sopra anni di riflessioni e di ricerca. Ma soprattutto: anni. Ferretti però potrebbe ancora stupire. Lui, e non molti altri. (c.c.)

 

17 luglio, Bologna, Giovanni Lindo Ferretti, Botanique, Giardini di via Filippo Re, ore 21.30, info: botanique.it