Un pesce da diventar matti

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Da Gino, Rimini

Da Gino, Rimini
Da Gino, Rimini

 

Mi viene sempre difficile bazzicare ristoranti di pesce, perché io non ne mangio: solo tonno in scatola, di sottomarche che sappiano di carne. Nessuno è perfetto! Comunque una qualche opinione ittica me la sono consolidata grazie alla frequentazione della cucina di mamma, che il pesce te lo sapeva lavorare (dote trasfusa a mia sorella), e di stimatissimi amici, quali Eugenio, casellante, il cui padre siculo e la massa compatta di umanità che gli scorre sotto i gomiti, tra una partenza intelligente e l’altra, lo hanno reso esperto di vita. Mi parlò del Maghetto del pesce di Sant’Alberto di Ravenna come meta da pellegrinare ma che io mai pellegrinai.

Ancora più valido mi pare il consiglio di Augusto, pseudonimo di un gran bel pezzo di abruzzese naturalizzato romagnolo, che nel suo andirivieni sulla costa adriatica, tra lavoro, amore e progenie, il litorale se l’è scandagliato a dovere. A suo dire a Rimini bisogna andare sulle colline Da Gino il matto, nome del vecchio proprietario scomparso, noto per l’eccentricità spiccata. La spartanissima trattoria è aperta la sera da giovedì a sabato. Si entra dalla cucina in mezzo alle braci. Il menù fisso lo detta il pescato giornaliero: freschissime sarde alla griglia, saraghine e sardoni col sughetto, lumachine in umido, cannolicchi, cozze e vongole, insalata di seppie, risotto di mare, grigliata con sogliola e coda di rospo eccetera, vino del contadino e due pezzi ciambella. Il tutto, superbo, per 35 euro, più 1 pel caffè. Andateci e poi se non restate contenti, vi do il numero di Augusto e ve la prendete con lui!

Da Gino, Rimini, via Tomasetta 1. Info: 0541 752288