Siamo ciò che abbiamo?

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linus

Cara dottoressa,

non so bene definire il mio problema, ma è di certo legato agli oggetti che possiedo. Fin da piccola adoravo collezionare cose: dai classici francobolli alle bambole. Ad oggi faccio sempre più fatica a staccarmi dagli oggetti per me significativi, tanto che quando vado in ferie mi porto dietro valige di oggetti “cari” per averli sempre con me. Il mio compagno rileva l’esagerazione del mio comportamento ed inizia ad essere insofferente per questa mia “mania”. Come posso fare?

Grazie,

G., Lugo (Ra)

 

Cara G.,

Innanzitutto la predilezione per il possesso di oggetti è una caratteristica quasi esclusivamente umana. E anche nell’epoca dei contenitori sempre più usa e getta, della tecnologia che dura il tempo di una stagione o cose simili, la nostra atavica tendenza a stabilire legami emotivi con gli oggetti a cui diamo un valore sentimentale permane, e va al di là della funzionalità dell’oggetto stesso. Basta pensare che il 60% dei bambini occidentali ad un certo punto dello sviluppo diventa inseparabile da oggetti quali la classica copertina o l’orsacchiotto di pezza e non importa quanto più bello e nuovo sia l’oggetto appena regalato; il vecchio avrà sempre un valore diverso e maggiore. Gli studi indicano una funzione di conforto in questi oggetti per i bambini in fase evolutiva, ma le cose possono suscitare ossessività anche per ragioni diverse, ad esempio per contrassegnare la nostra identità. Lo psicologo William James scriveva “L’Io di un uomo è la somma totale di tutto ciò che egli può chiamare suo, non solo il suo corpo e le sue facoltà psichiche, ma anche i suoi abiti e la sua casa, sua moglie e i suoi figli, i suoi antenati e i suoi amici, la sua reputazione e le sue opere, le sue terre e i suoi cavalli, e lo yacht e il conto in banca”.

Altra funzione degli oggetti è quella di esprimere le nostre preferenze e mostrarle dunque all’esterno, per essere identificati. Non è un caso che spesso i furti che subiamo vengano percepiti quali vere e proprie tragedie personali, al di là del valore in denaro degli oggetti sottratti.

Chiariti questi aspetti, veniamo a te. Mi parli di mania. Innanzitutto bisogna vedere se ed in che termini il tuo attaccamento agli oggetti condizioni il tuo funzionamento quotidiano, e se eventualmente assuma i contorni di un accumulo compulsivo di oggetti, se riesci a distaccarti comunque dalle tue cose o se il portartele anche in vacanza sia ormai una necessità, non soltanto un piacere.

Indubbiamente se la tua vita quotidiana risulta fortemente condizionata da quella che tu definisci mania, probabilmente è necessario intervenire affinchè tu impari a gestire il normale bisogno evolutivo di possedere oggetti integrandolo con la capacità di farne a meno senza che le tue reazioni di distacco assumano contorni ingestibili.