L’isola delle bambole

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Proviamo ad immaginare un posto magico come l’Isola che non c’è e rendiamo la visione meno romantica e più cruenta. Quello che si ricava è un’inquietante paradiso terrestre Isla de las munecas o tradotta in italiano «l’isola delle bambole». Una piccola isola messicana sul lago Teshuil, fra Xochimilco e Città del Messico in cui tra gli alberi, come normalmente accade, convivono bellissimi fiori, farfalle, uccelli dalle piume colorate e inaspettatamente bambole impiccate. Inutile davvero perdere tempo a guardare film macabri quando ne puoi assaporare uno in carne ed ossa. La storia raccapricciante dell’isola è migliore di una trama di Dario Argento. Il cimitero delle bambole è nato da un episodio tragico: molti anni fa l’isola era abitata da un uomo chiamato Don Julian Santana che trovò sulla riva il corpicino di una bambina annegata e la sua bambola. Deciso a ingraziarsi lo spirito della ragazzina decise di appendere la bambola ad un albero per donarle qualcosa con cui giocare. La follia prese il sopravvento e l’uomo ne fece un’ossessione fino a riempire l’isola di bambole rotte o pezzi di corpi. Come se non bastasse, una decina di anni fa, l’uomo annegò e da allora l’isola è stata consacrata come luogo infestato. Quello che vediamo ora è una macabra visione di corpi sventrati sventolanti al vento inglobati dalla natura selvaggia che di notte coi loro sorrisi sembrano animarsi. Per chi è amante dell’horror può risparmiare i biglietti al cinema e comprare un biglietto aereo.