Altro colpo grosso del Mast di Bologna che il 17 settembre, in occasione di Arte Libro, inaugura un’altra validissima mostra fotografica. Il nome che tira fuori dal cappello è nientemeno che quello di David Lynch, artista che non fa parte, come è successo per le precedenti esposizioni, della collezione della Manifattura. La mostra proviene da Londra, dove, da gennaio a marzo, è rimasta allestita alla The Photographers’ Gallery.
124 scatti del regista (40 in più di quella inglese) realizzati tra il 1980 e il 2000, in bianco e nero ed esclusivamente all’interno di fabbriche nell’area berlinese, in Polonia, in Inghilterra, a New York City, nel New Jersey e a Los Angeles. Le immagini si concentrano soprattutto sulle architetture, sui comignoli, sui macchinari delle fabbriche come se fossero nuove cattedrali. Sono fotografie scure come il carbone, che registrano, nell’assenza di figure umane, la presenza di vite inquiete e arcane.
Qui, come nel cinema, Lynch ama raffigurare la malinconia della decadenza, e la solitudine di uno «splendore» che è passato e mai più potrà tornare. Fanno parte del percorso anche alcuni cortometraggi poco noti di Lynch: Industrial Soundscape, Bug Crawl, Intervelometer: Steps. La mostra è a cura di Petra Giloy-Hirtz, in collaborazione con il MAST e la Photographers’ Gallery di Londra. (Stefania Mazzotti)
17 Settembre – 31 dicembre, Bologna, David Lynch: The Factory Photographs, Mast, via della Speranza 42, mar-dom ore 10-11, info: mast.org