Un po’ come il mal d’Africa

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Candida si cimenta con la preparazione della Tepla
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Appena arrivate alla stazione di Bologna

Ed eccoci qua, siamo tornate nella “ridente” Bagnacavallo. Sono passati quasi due mesi dal nostro rientro a casa ed ancora non abbiamo completamente incassato il colpo.

Sicuramente passare dal verde brillante di risaie e palme alla piatta campagna della bassa Romagna (abbiamo incredibilmente assistito alla prima nebbia mattutina in agosto!!) può comportare perdita di coscienza e smarrimento acuto. Sarà anche l’impatto così diverso con la gente a farti sentire fuori posto. Diciamo che ci siamo sentite per diversi giorni, anzi settimane, delle vere aliene.
Appena atterrate all’aeroporto di Amsterdam ho pensato “mamma mia se siamo musoni, noi europei!” Arrivando in Europa direttamente da quelle terre di grandi sorrisi ho percepito subito la freddezza della gente. E pensare che prima non ci avevo mai fatto caso, ed ora invece è così chiaro e spiazzante. Dall’india fino a Bali c’è un’energia diversa nell’aria, c’è un’approccio alla vita più rilassato e aperto, che si riflette sui volti della persone. E così quelle persone ti regalano un sorriso o un saluto cortese e poi un altro e un altro ancora e non puoi fare altro che sorridere di rimando e sentirti bene. E così inizi a fare anche tu la stessa cosa in automatico, saluti il tuo prossimo ed anche un gesto così piccolo ti cambia la giornata. Sì, sto scrivendo cose retoriche, ma quando torni da un viaggio come il nostro, la prospettiva sulla vita cambia completamente, mutano le necessità e le cose che prima sembravano indispensabili diventano superflue. Realizzi quanto la tua vita fosse indaffarata, ma sempre concentrata su te stesso. Basta poco per sentirsi meglio e spero proprio riuscire a conservare un pochino di questa nuova prospettiva.

bali
Tipico paesaggio di Bali

Comunque dicevo, il ritorno alla realtà è stato duro, e saremmo già pronte a rifare i bagagli e ripartire. Là fuori c’è proprio un mondo!
Dire che la nostra avventura è stata stupenda e incredibile è riduttivo, e non essendo in grado di scrivere un post conclusivo o riassuntivo (leggete i precedente se volete saperne di più), non lo farò.
In compenso vi dico: partite e visitate appena avete l’occasione e un pochino di tempo. Non andate in giro con l’ansia di vedere il più possibile, pensando “perché poi chissà se e quando torno di nuovo”. No! Quel pochino di tempo prendetevelo cercando di non fare i “turisti”, ma bevetevi un chai in strada, mangiate in una bettolina con i locali, fate quattro chiacchiere con chi capita e sarà una esperienza incredibile.
Noi, con questo tour, ci siamo già un po’ ammalate di viaggio e sentiamo il nostro primo mal d’Africa, per l’Asia ovviamente…Per fortuna, qualche giorno fa, è venuto a trovarci il nostro amico di Mumbai, Viveek. Come nelle migliori tradizioni, anche italiane, è arrivato dall’India con un pacchettino di doni totalmente inaspettati.

Candida si cimenta con la preparazione della Tepla
Candida si cimenta con la preparazione della Tepla

Un’altra amica aveva appositamente preparato per noi e mandatoci via aereo le tepla, una specie di piadina speziata. È stato incredibile! Primo perché sono quelle cose che tu credi che facciamo solo noi italiani ed invece no, pure in India si mette il cibo in valigia, secondo perché quando abbiamo aperto la stagnola un’aroma intenso e carico di spezie ha riportato alla mente tutti i ricordi di 6 mesi fa. E così ci siamo fatte un chai, qualche tepla scaldata sulla piastra, un po’ di yogurt (così si mangia in Gujarat) e abbiamo condiviso un’ottima colazione indiana. Era come se fossimo di nuovo a Mumbai nell’appartamento di Viveek. Il potere del cibo!