Bye bye Bluvertigo

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bluvertigo 2014E niente quindi venerdì scorso ho fatto il grave errore di andare a sentire i Bluvertigo alla Festa del PD di Ravenna, affascinata da questa reunion da me tanto attesa, che mi riportava agli anni dell’adolescenza.

L’ultima volta che mi guardai un live dei Bluvertigo credo di avere avuto 16 anni, e nonostante ciò di musica ci capivo qualcosa. Come me, il resto del  pubblico di quella che allora era la Festa dell’Unità, rimase stupito! Non solo per la qualità del live ma soprattutto per l’approccio della band al pubblico, molto “generoso”,  che aveva qualcosa di avanguardistico mischiato al popolare.

Meraviglioso! Per una ragazzina poi, figuriamoci. Fu così che consacrai i Bluvertigo come una delle migliori band che l’Italia aveva prodotto e devo dire la verità, continuai a stimare Morgan per la sua intelligenza critica per ancora molto tempo dopo lo scioglimento dei Bluvertigo. Quei tempi però sono andati.

Perché, porca miseria, tralasciando anche tutta la retorica sulla svolta televisiva del cantante , sul gossip e sulla deriva psicotropa, MA COME SI FA A SUONARE COSì MALE? Vi regalo subito una chicca con un video molto “lo fi” girato dal cellulare del mio amico Andrea Magnani:

Che poi uno pensa, perché scrivere un pezzo su un concerto brutto? Perché a me questo brutto concerto fa nascere altre connessioni parallele. Mi fa pensare ad esempio alla macchina produttrice di talenti nata negli ultimi anni, macchina trainata da personaggi come Morgan, che sfornano Tiziani Ferri come se non ci fosse un domani. Un meccanismo per cui, tu ragazzo ambizioso che hai una bella voce, con l’aiuto di un COACH (termine che fa ridere solo a pronunciarlo), puoi diventare un artista. Aggiungiamo che mentre Morgan davanti alla telecamera dice a questi ragazzi come si sta sul palco (sorvolando sulla 19enne che ha poi ingravidato), pianifica un tour con un gruppo di vent’anni prima che ha ancora un seguito nonostante lo scempio a cui abbiamo assistito. E con lui altri gruppi anni ’90 tipo Marlene Kuntz o Afterhours che con la scusa degli anniversari dell’uscita di dichi storici come “Catartica” e con tutto il rispetto dovuto, marciano sulle vecchie glorie del passato.  A me sembra che ci sia un messaggio “subliminale” dietro questo fenomeno, messaggio con scritto: “Ci siamo rotti delle nuove uscite del mercato musicale”.