Altro che Santiago di Compostela! Forse non tutti sanno che dalla Romagna parte “il cammino ufficiale di san Francesco”: da Dovadola ad Assisi, trecento chilometri a piedi di sali e scendi per i monti, che decido di percorrere assieme a mio marito Franco e a un gruppetto di pellegrini. Affronto questa sfida non per motivi religiosi, ma per verificare se, passati i cinquant’anni, sono ancora in grado di sostenere fisicamente uno sforzo del genere. Da quattro anni mio marito e io pratichiamo assiduamente il nordic walking (la camminata con i bastoncini, per intenderci), ma fare singole escursioni di una giornata, anche se impegnative, è cosa ben diversa dal portare sulle spalle un pesante zaino per quasi due settimane, scarpinando tutti i giorni da mattina a sera. Per compiere questa “prova di resistenza” ci appoggiamo alla passione e all’esperienza del sig. Giordano Picchi, che si è organizzato per fornire ai pellegrini tutte le informazioni necessarie ad affrontare il Cammino di Assisi nel migliore dei modi (luoghi dove dormire, itinerario, consigli): ha anche aperto un sito web in tredici lingue. L’esperienza è stata a dir poco entusiasmante, ripartirei domani! Ecco, giorno per giorno, il diario per lampi della nostra avventura. Leggetela come un invito a mettersi… in cammino.
13 maggio: Dovadola – Marzanella
L’inizio non è dei migliori. Le previsioni del tempo sono pessime. Comincia pure a grandinare. In salita sul Trebbio, i dodici chili dello zaino sulle spalle diventano quintali. Cime buie e tempestose intorno a noi. Anche un piccolo cinghiale, appena ci vede, scappa impaurito. Arriviamo al rifugio Capannina gestito da Silvia, un’allegra brasiliana che insieme alla famiglia ha deciso di vivere in questo paradiso. La stufa accesa e il profumo del pane appena sfornato ci scaldano corpo e anima.
14 maggio: Marzanella – Premilcuore
Finalmente spunta il sole. Si unisce a noi un’avvocatessa belga, Odile, che ha lasciato a casa la famiglia per venire a camminare in Italia. Ci avviamo verso il monte Busca. Dopo Portico si sale verso Monte Orlando, poi si scende verso Premilcuore. Al rifugio facciamo amicizia con una coppia di svizzeri e il loro cane Picasso. Comincio a capire che il senso del viaggio è l’incontro.
15 maggio: Premilcuore – Corniolo
Per alcuni chilometri camminiamo lungo il fiume, poi cominciamo ad ascendere verso monte Fratta. Si incontrano alcuni ruderi, finché si sbuca in una strada forestale a 1100 mt. Prendiamo il sentiero che scende a Corniolo.
16 maggio: Corniolo – Camaldoli
Oggi, insieme a Franco, mio marito, decidiamo di camminare da soli: il dislivello è notevole, arriveremo a 1.400 metri. Per non cedere subito devo avanzare col mio ritmo, non troppo veloce. Da Corniolo incominciamo subito a salire. Tre ore e arriviamo a Campigna. Poi a Camaldoli. Al rifugio ci accoglie Martina, che ha scelto di passare sei mesi a disposizione dei pellegrini del Cammino. Ci prepara la cena. Il suo sorriso porta via la nostra fatica.
17 maggio: Camaldoli – Biforco
Una visita al castagno secolare chiamato Miraglia. Ora è recintato, ma un tempo all’interno del tronco era collocato un tavolino dove, appunto, la signora Miraglia usava ricamare. Riprendiamo il cammino. L’odore della finocchiona nel panino mi dice che finalmente siamo in Toscana. Saliamo in mezzo al bosco, il sentiero prosegue in discesa fino alla chiesa di Frassineta. Dopo due ore arriviamo a Rimbocchi. Il rifugio dista un solo chilometro, ma la salita è ripidissima. Finalmente a Biforco. Cerchiamo il bar, l’unico del paese, dove Fiorella ci spiega dove dormire e mangiare. Nulla di aperto. L’unica soluzione è cucinare. Gli amici giocano a carte, io lavoro all’uncinetto.
18 maggio: Biforco – La Verna
Sarà molto dura: ci aspetta un dislivello di 600 metri. Fa caldo, il sentiero sale esposto al sole e prosegue in un bosco di faggi con enormi massi ricoperti di muschio. Alziamo gli occhi, siamo solo ai piedi della rupe. Prendiamo la mulattiera che porta a Chiusi della Verna. Lì ci aspetta suor Albertina. Con altre due suore filippine ospita i pellegrini in una bella casa di pietra. Per stendere il bucato ci sono alcuni fili esposti al vento di montagna. Lusso: i letti hanno anche le lenzuola. Nel pomeriggio visita al paese, dove pare che Michelangelo abbia tratto ispirazione per La Creazione di Adamo e per il Tondo Doni.
19 maggio: La Verna – Caprese Michelangelo
Partiamo presto. Fa già caldo, il sentiero sale ripido. Davanti a noi c’è il monte sul quale sorge l’eremo della Verna. Arriviamo all’eremo della Casella, a 1.263 metri. Riprendiamo il sentiero, finalmente in discesa. Attraversiamo piccoli paesi. Dopo due chilometri in salita arriviamo a Caprese. Al rifugio incontriamo una coppia di francesi. Dopo la doccia e un po’ di riposo andiamo a visitare la casa di Michelangelo. Ma è chiusa.
20 maggio: Caprese Michelangelo – Sansepolcro
Oggi il primo tratto di sentiero è sotto al solleone. Arrivati al lago Medoglio, lo attraversiamo sul ponte. Facciamo una pausa in una zona panoramica. Il caldo è insopportabile, ma continuiamo a camminare su una strada bianca, lungo il Tevere, fino a Sansepolcro.
21 maggio: Sansepolcro – Città di Castello
Dopo sei chilometri di strada asfaltata arriviamo all’eremo di Montecasale, un’oasi in mezzo al verde. Proseguiamo su un sentiero in salita, poi cominciamo a scendere. Giungiamo alla periferia di Città di Castello, il rifugio è nella sede della Croce Bianca, lontano dal paese. Stasera lusso sfrenato: festeggiamo il compleanno di Teo, un pellegrino della nostra brigata. Mangiamo pizza e torta, brindiamo con lo spumante.
22 maggio: Città di Castello – Pietralunga
Dopo quasi dieci giorni di cammino, cominciamo a dare i primi segni di cedimento. Ci alziamo alle sei. Camminiamo un’ora su un sentiero sotto il sole cocente, quando ci accorgiamo di avere sbagliato sentiero. Chiediamo aiuto alla signora Anna, la proprietaria del B&B dove avremmo dormito quella notte. Anna ci viene a prendere in macchina e ci prepara anche un piatto di spaghetti all’amatriciana: è l’angelo della salvezza.
23 maggio: Pietralunga – Gubbio
Camminiamo per qualche chilometro su un sentiero sterrato. Inizia a piovere e decidiamo di proseguire su una strada asfaltata, per risparmiare qualche chilometro. Torna il sole: anche oggi ci andata bene. Arriviamo ai Gubbio.
24 maggio: Gubbio – Valfabbrica
La tappa più lunga: 38 chilometri attraverso la campagna umbra. Camminiamo per ore, senza vedere la fine. Per un attimo pensiamo di aver sbagliato di nuovo sentiero, poi fortunatamente ci imbattiamo in altri pellegrini. Stanchi morti, nel tardo pomeriggio, finalmente, in lontananza, vediamo il paese.
25 maggio: Valfabbrica – Assisi
È l’ultima tappa. Il sentiero è in salita, ma ombreggiato. Arriviamo in vetta e già si scorge Assisi. Avanziamo in silenzio. Dopo poco, eccoci alla basilica di San Francesco. Non ci sembra vero, ce l’abbiamo fatta.