Sotto le torri del jazz

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Bill Frisell
Bill Frisell
Bill Frisell

Bologna e il Jazz, storia di un amore.

Amore di vecchia data, di frequentazioni ufficiali in festival grandi nomi, ma anche di appuntamenti romantici sotto i portici e nelle cantine.

Amore di tradizione ma anche di strappi e di novità, con il cuore negli anni ruggenti ma la testa ben sintonizzata sul presente.

Amore che ha sovente tracimato dagli argini del genere e degli spazi deputati per entrare nel cinema, nel pop, in un immaginario condiviso. Una storia conosciuta e fatta propria non solo dagli appassionati carbonari.

Amore ufficiale, dunque, conclamato. Senza segreti. Amore della città e dei suoi luoghi, da vivere in mezzo alla città e per la città.

Piace, dunque, questo cartellone diffuso, bello e democratico, del Bologna Jazz Festival, nona edizione, che va in scena dal 28 ottobre al 22 novembre in una pluralità di spazi e di situazioni, tracciando anche un gemellaggio con Ferrara andata e ritorno, e rimbalzando dagli spazi istituzionali alle cantine.

Il cartellone – con la direzione di Francesco Bettini per “Bologna in Musica” – è tutt’altro che carbonaro e supponente. Anzi, è strutturato con l’attenzione tipica delle programmazioni jazz moderne a far parlare gli appassionati ma anche il più vasto pubblico dei curiosi. Come accade ormai a tutti i livelli, qui si prende una mira strategica, per colpire tanto il cerchio che la botte, ma qui lo si fa sempre con grande stile. E i nomi sono tutti da segnare in agenda.

Democrazia d’ascolto, si diceva. Cosicchè per ogni esploratore ancora inquieto come Charles Lloyd (venerdì 14 novembre, Arena del Sole), c’è una Dee Dee Bridgewater a far dormire a tutti sonni tranquilli (sabato 1 novembre, Teatro Manzoni).

Per due monumenti come Kenny Barron e Dave Holland (lunedì 17 novembre in trasferta al Teatro Comunale Abbado di Ferrara), c’è anche il sempreverde del groove Fred Wesley a pulsare funk vecchia maniera e far battere il piede nei club (giovedì 6 novembre, Bologna, Bravo Caffè).

Poi martedì 4 novembre a Bologna, Auditorium Unipol, cè il nostro amato Bill Frisell, qua in anteprima con un nuovo progetto dal titolo promettente (“Guitar in the Space Age!”), con Greg Leizs, con Tony Scherr e Kenny Wollensen in formazione. Sempre in tema di sei corde e deviazioni spaziali, pure John Scofield che torna ad addomesticare il folle ensemble post-tutto, groove-colto Medeski, Martin and Wood (giovedì 20 novembre a Bologna, al Duse), e il trio organistico/organico di John Abercrombie (15 a Ferrara, al Torrione, 16 alla Cantina Bentivoglio).

Tanti i nomi, e tutti meritevoli di citazione, a partire dal solo piano di Hiromi Uehara, che apre la rassegna in trasferta, al Comunale di Ferrara, il 28 ottobre.

Belle sorprese anche dai club, si diceva: il Torrione a Ferrara che punta molto sulle avanguardie e all’attualità, la Bentivoglio e il Bravo Caffè a Bologna, che complementano al meglio un cartellone su più livelli, con un gusto e un disegno chiari a legare tutto quanto.

A lato, la didattica. La seconda edizione del Progetto Didattico “Massimo Mutti” culmina il 9 novembre all’Oratorio San Filippo Neri con un saggio finale aperto al pubblico in forma di doppio concerto (pomeridiano e serale) degli allievi e docenti del Conservatorio Martini di Bologna, quest’anno coadiuvati da John Taylor. Che, insieme a Massimo Morganti, dirigerà la Bologna Conservatoire Big Band, con la partecipazione solistica di Diana Torto e Julian Siegel.

Per ottenere sconti e agevolazioni sui concerti in cartellone sono disponibili la Jazz Card e diverse forme di abbonamento, oltre che alle prevendite su Viva Ticket e alle biglietterie del Teatro Manzoni, Teatro Arena del Sole, Teatro Duse

 

Per informazioni, e per visionare il programma completo: Associazione Bologna in Musica (334-7560434), info@bolognajazzfestival.com oppure www.bolognajazzfestival.com