Tutti ridono, ma che ridono?

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COSENTINO foto

 

Qualcuno deve aver pensato: se in quest’epoca la coscienza si fa in televisione, perché non farsene una propria per dire quel che si desidera; poi le cose devono essere andate male: i diritti, le piattaforme digitali, gli spazi sempre più angusti, i satelliti che saltano, l’antitrust, così quel qualcuno deve aver pensato che fosse difficile ma che in fondo un modo c’era: uscire dai salotti e andarsene per le piazze, per i teatri, con la tv sulle spalle, la propria, e farla vedere alla gente. Poi tutti ridono, ma che ridono? Non sanno, come diceva Marx, che “la storia si ripete sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa”? Ecco, la storia secondo tempo, la storia durante il viaggio di ritorno, per le mani di un funambolico Andrea Cosentino, che dirige la mia antenna sulle frequenze della sua personalissima Telemomò.

La televisione. Questo mostro che se ne sta dormiente nel nostro soggiorno, ma che quando si accende è più assordante dell’urlo di Godzilla. La televisione. Un elettrodomestico che non ha mai cambiato forma, si è giusto un po’ assottigliato, ma ha profondamente cambiato, negli anni, il suo fondante utilizzo. Cosentino se la porta in giro e costruisce un format vincente entro cui far stare contenuti che ne contraddicono il segno, questa è la genialità: utilizzare materiale riciclato, le armi che lei stessa usa per annientare i pensieri individuali omogeneizzandoli alla piattezza uniforme, e poi le stravolge, le usa al contrario, come spingere il tasto per accenderla, dopo che qualcuno ha tentato di spegnerla.

Fra talk show in parrucca e soap opera di plastica, tra immagini in vendita ed emozioni in scatola, Cosentino svela la consistenza posticcia del mezzo, che resta contenitore, senza la possibilità di ospitare un’anima. La sua, dice Cosentino, è tv “ecologica e interattiva”, dà una nuova possibilità, forse l’ultima, per mettere in moto l’ultimo stadio della nostra immaginazione, ci fa vedere la storia attraverso tutti gli orpelli che questa si porta con sé, e che la televisione ha eletto ad emblema, simbolo di un nuovo Rinascimento da salotto.

30 novembre, ore 17 – Poggio Torriana (RN), Centro Sociale, via Costa del Macello 8 – Ingresso € 5, compreso aperitivo – Info: 347.9353371