Favola di Natale

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favola di Natale

«…vista l’occasione delle feste, volevo portare la Signorina Gelsomina in un posto speciale, e allora l’ho portata in un posto speciale per me, la Trattoria Dall’Olio di via Scandellara, un angolino di Bologna, di familiarità e di cose semplici e genuine d’altri tempi (gestori compresi) ancora piantato nei dintorni di un mastodontico centro commerciale e accanto al modernissimo, sebbene un po’ inquietante, grattacielo di proprietà di un noto gruppo assicurativo della città (la quale città, per uno strano gioco di parole e denari, è oramai essa stessa proprietà, pressoché intera, di quel noto gruppo assicurativo, ma questa è, purtroppo e per fortuna, un’altra storia). Dai Dall’Olio, che son loro, la famiglia intendo, e l’esercizio, fondato nel 1946 dal papà Italo e oggi gestito dai successori Dario e Daniele, con la loro mamma ancora indaffaratissima a spadellare nella piccola cucina, c’è il bar, la minuscola saletta per i pranzi (ma in primavera si mangia anche fuori, mentre le cene si fanno solo su prenotazione), il banco dei salumi e dei formaggi, montagne di caramelle e, in pratica, un emporio di prodotti assortiti – dai quaderni al dopobarba, dal bagnoschiuma ai ravanelli – dove si riforniscono (a prezzi ragionevoli) le famiglie del quartiere cui magari, e giustamente!, scoccia non poco doversi districare tra le tante, spesso subdole offerte dell’ipermercato. Difatti qui viene chi sa, chi abita, chi vive la zona da tempo, oppure chi, come me, è passato per caso, un giorno, e si è fatto conquistare dal rituale dello spaccio dove ci si procura di tutto, da un aperitivo (due bicchieri di vino e un pezzo di focaccia) a tre euro, dall’atmosfera domestica di un negozietto di periferia aperto proprio sotto l’abitazione di chi lo governa. Casa e bottega, insomma.

Temevo la Signorina Gelsomina potesse non apprezzare, un po’ per i calendari con le donnine appesi sopra i tavolini (anche se va rilevata pure la presenza di un lunario recante foto di un fustacchione seminudo: questione di pari opportunità), un po’ perché non a tutti piace l’idea di un locale così ridotto, nelle proporzioni, e così sobrio nella proposta culinaria, giacché dai Dall’Olio si mangia a menù più o meno fisso, a seconda dei giorni, e solo piatti tradizionali. Noi capitiamo di mercoledì, giorno dei passatelli in brodo o asciutti, e prendiamo i secondi, conditi da guanciale e pomodoro, e li innaffiamo con un litro di vino rosso fermo, naturalmente “della casa”, pure lui onesto e di carattere. Come pietanza ordiniamo un piatto di carni bollite: arrivano lingua di vitello, polpettone, testina e persino una fetta di latte, ossia la mammella della mucca, e soprattutto una salsina verde magnifica per gusto e leggerezza. Poi i dolci, una torta di riso e delle raviole, entrambi bagnati da un liquorino per dessert che preparano qui, seguendo una loro ricetta, un caffè e un amaro (tutti e due per me) andando a spendere, in due, poco più di 30 €.

Ma al di là del costo, anche lui d’altri tempi, io son qui, in fondo, per sentirmi a casa, ascoltare le chiacchiere degli avventori (che si conoscon tutti), guardare il Signor Pippo – un cliente storico – mentre divide il tavolino con un altro habitué e sorridere con gioia davanti al suo berretto da muratore, mandare il mio saluto in cucina, sentirmi in qualche modo parte di un quartiere e della sua realtà, in uno di quei posti che sono i veri centri sociali, i centri della solidarietà e della familiarità di un circondario, e siccome le nostre amministrazioni di sinistra, miopi come talpe, non hanno saputo né valorizzarli né difenderli, e allora li tuteliamo noi frequentatori, sforzandoci per impedirne la chiusura.

Quando vedo gli occhi della Signorina Gelsomina, ve lo giuro, mi paiono leggermente umidi e quindi voglio sincerarmi vada tutto bene. “Sì, è che mi sembra di aver mangiato in famiglia da me”, mi dice, e mi fa un bel regalo, mi regala la sua nostalgia e mi rende ancor più cara la dimensione casalinga, ringraziando la vita ancora non del tutto perduta (ancorché in estinzione), della Trattoria Dall’Olio, e si tratta di un gesto appropriato, perché sapete, ormai è Natale, è il periodo in cui si fanno i regali, si raccontano le favole e ci si stringe intorno alle cose care: allora buon Natale, Signorina Gelsomina, buon Natale alla Trattoria Dall’Olio e buon Natale a tutti voi.»

TRATTORIA DALL’OLIO, Via Scandellara 13/a, Bologna, info: 051 530187, aperto a pranzo dal lunedì al sabato