Una rosa è una rosa è una rosa. Miss China chiede aiuto

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Presentatevi. Perché Miss China? 

Primavera: Miss China è un gioco di parole. Ci piaceva l’idea di un nome che esprimesse più di un significato e che fosse leggibile in diversi modi: nel nostro dialetto di origine (quello campidanese) “mischina” significa “poveretta”, spesso con un’accezione sarcastica. Ma una Miss China è anche una ragazza con il capo chino o dal cognome che richiami l’inchiostro usato per i tatuaggi, oltre che, naturalmente, “la più bella della Cina”. Cercavamo qualcosa che rispecchiasse il nostro lavoro, influenzato inevitabilmente dalla cultura pop, il nostro interesse per il linguaggio, per il segno grafico e per il tema della memoria (da qui il riferimento alle origini).

Nicola: La miss è il simbolo per eccellenza di una versione androcentrica e stereotipata della donna. La Miss “china”, rivolta e piegata in basso, è una Miss posta in posizione inaccettabile, un nostro ironizzare sui continui stereotipi che la comunicazione di massa ci propone.

E perché Rosa Canina?

P.: Il nome doveva essere provvisorio e forse lo è ancora. La rosa canina è la specie di rosa spontanea più comune in Italia, molto frequente nelle siepi e ai margini dei boschi. Ecco come sento questo lavoro: spontaneo e ai margini.

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A leggere i materiali del vostro progetto in divenire, a me viene in mente Gertrude Stein (da cui il titolo di questa intervista). Quali sono gli uomini e le donne a cui state rubando idee e suggestioni?

P.: Sono parecchi. Restando in ambito poetico, sicuramente tra i modelli inarrivabili che più ci ispirano c’è Mariangela Gualtieri. E c’è tanto di quel teatro contemporaneo che amiamo andare a vedere: esempi anche molto differenti tra loro che hanno sicuramente lasciato una traccia, non necessariamente visibile o esplicita, in noi, dalla scrittura della drammaturga inglese Claire Dowie, a lavoro sul loop della compagnia Menoventi. E molte donne “comuni”, soprattutto diverse giovani madri, dato che buona parte del testo nasce da interviste.

N.: Trovo l’accostamento con la Stein davvero interessante. Se dovessi fare un nome mi troverei in difficoltà, sono influenzato pressoché da chiunque si trovi nel triangolo immaginario formato da John Cage, John Waters e Johnny Dorelli.

Questo lavoro indaga «l’educazione cattolica nelle sue contraddizioni». Tre buoni motivi per cui un fervido praticante dovrebbe finanziarvi.

P.: Il lavoro parla molto anche di gravidanza e maternità. Se il fervido praticante crede che una madre che metta al mondo un figlio in questo momento in questo Paese non trovi un apparato pronto ad accogliere le sue esigenze, se è interessato ai processi di ricerca e alla discussione aperta, se  come noi si rende conto che il mecenatismo popolare è l’unico mezzo possibile (o quasi) per una giovane compagnia, allora forse dovrebbe finanziarci.

«Il testo si muove tra il narrativo e l’onirico, passando per momenti di rottura più ritmati e taglienti». Cosa vuol dire? 

P.: Vi è una parte del testo molto legata all’infanzia e ai ricordi che ho raccolto attraverso interviste. Alcuni di questi ricordi scivolano nell’irreale, in quel territorio in cui non è più chiaro cosa sia memoria e cosa siano immagini subentrate negli anni e non troppo fedeli alla realtà. Fin dalla sua nascita il testo è legato all’elemento musicale, alle sonorità elettroniche. Non è ancora definitivo, ma risulta comunque spezzato, frammentato, specie nella parte legata al presente della voce narrante, e non più ai ricordi.

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Come vi si può aiutare, in concreto?

P.: In concreto si può fare una donazione, tramite PayPal (ricordiamo che fare un account è gratuito) su produzionidalbasso.com. La donazione minima è di 3 euro, ma dai 5 euro in su abbiamo previsto delle ricompense, che vanno dai piccoli gadget alle repliche private. Sono soldi che utilizzeremo per pagare il lavoro dei nostri collaboratori, dall’attrice in scena alla costumista ai tecnici, e i materiali per realizzare la scenografia. Ricordiamo però che siamo un gruppo eterogeneo per provenienza geografica e non possediamo uno spazio per le prove, perciò un altro aiuto può essere uno spazio di residenza intensiva.

N.: In tanti modi: finanziandoci su https://www.produzionidalbasso.com/project/rosa-canina/, condividendo la nostra ricerca fondi, segnalandoci spazi in cui provare, venendo a vedere i nostri spettacoli e, soprattutto, ponendoci questioni o critiche rispetto al nostro lavoro.

Se ho cinque euro che voglio offrire perché dovrei darli a voi e non a Emergency o al suonatore di fisarmonica all’angolo della strada?

P.: Perché puoi darne 5 al suonatore di fisarmonica e 15 a noi 🙂 E poi noi per 5 euro ti diamo in cambio una spilla con il logo Miss China!

 

MICHELE PASCARELLA

 

Info: http://www.misschina.it/ e https://www.produzionidalbasso.com/project/rosa-canina/

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Per lavoro: ufficio stampa e comunicazione di progetti artistici e culturali. Per passione: critico e studioso di teatro, danza e arti visive. Curioso di altre arti. Camminatore. Collaboro con Gagarin dal 2012: interviste, presentazioni, recensioni, in alcuni periodi ho anche distribuito la rivista cartacea in giro per la Romagna. Quello che mi piace di Gagarin: la varietà, la libertà.