Sono gli ultimi giorni per vedere le opere di Hiroshi Sugimoto (Tokyo, 1948) in mostra al Foro Boario di Modena. La mostra, aperta fino al prossimo 7 giugno, fa il punto sul lavoro del grande artista giapponese, presentando opere dalle sue serie più importanti: dai misteriosi orizzonti marini della serie Seascapes ai celebri Theaters ripresi con lunghissimi tempi d’esposizione; dai Dioramas realizzati nei musei di storia naturale fino alle recenti fotografie ‘out-of-focus’ dedicate alle icone dell’architettura modernista. Artista poliedrico, Sugimoto ha iniziato a fotografare nella metà degli anni ‘70, sotto l’influenza delle correnti del Minimalismo e dell’Arte Concettuale che in quel periodo dominavano la scena artistica americana. La scelta dell’uso costante del bianco e nero, l’attenzione per la luce che nelle sue foto diventa materia, la composizione rigorosa e perfetta, la ricerca di volumi lineari, diventano una costante delle sue opere al pari della grande cura riservata sia alla ripresa, effettuata sempre in modo analogico con negativi di grande formato, che alla stampa. L’indagine dell’artista si concentra sul concetto del tempo, il suo scorrere inesorabile e la percezione che di esso ha l’uomo, costantemente combattuto fra il desiderio di bloccarne l’avanzata o almeno di riuscire a trattenere un frammento della realtà e l’anelito all’eternità. In mostra anche alcuni Portraits di personaggi storici in cera e lavori ispirati ai primi esperimenti fotografici condotti da William Henry Fox Talbot (1800 – 1877): i Photogenic Drawings, ricavate rifotografando i negativi di Talbot e virando le successive stampe, e i Lightning Fields, ottenuti direzionando una scarica elettrica sulla pellicola fotografica. Alle fotografie, inoltre, si aggiunge per la prima volta la presentazione delle cinquantuno monografie dedicate all’artista e pubblicate in tutto il mondo dal 1977 al 2014 e un ciclo di eventi collaterali che proseguirà fino alla chiusura.
LEONARDO REGANO