Oasi di periferia

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Quando mi hanno chiamato per invitarmi all’Oasi dei Saperi, non sapevo bene che cosa aspettarmi, ma devo dire subito che il nome è azzeccato: Corticella, paese inglobato nella periferia nord-ovest di Bologna, ospita una vera e propria oasi naturale-didattica, che è anche un esempio virtuoso di recupero e valorizzazione di un bene pubblico gestito da volontari.

Nel Bosco di S.Anna si entra da un cancello basso, in fondo a una stradina tra i palazzoni, e sembra dapprima un parco ben curato, disseminato di piccoli edifici, poi si notano un po’ alla volta antichi attrezzi in esposizione, pannelli informativi, begli alberi, spazi coltivati, volatili da cortile e germani reali che scivolano sullo specchio d’acqua del macero… In breve tempo ci si abitua alla dolcezza del luogo e quasi dimentica la città circostante, dico “quasi” perché i palazzoni sono alti e non bastano gli alberi per nasconderli. Penso tuttavia che anche dalle finestre lassù dev’essere una bella vista.

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Siamo ai primi di maggio, e l’Oasi è aperta per la festa dell’imbottigliamento: si metterà in bottiglia il vino pigiato dai bambini durante la festa della vendemmia, lo scorso settembre. Oltre a al laboratorio sul vino, sparsi nel prato ci sono una lettura animata, una dimostrazione di filatura della canapa, e due di cesteria, con materiali naturali e con carta riciclata. I bambini, veri protagonisti dell’evento, scelgono che cosa seguire e sono molto interessati e attenti; ma anche gli adulti, genitori e non, sembrano vivamente apprezzare.

Mauro Trigari, presidente dell’associazione Oasi dei Saperi, ci racconta come è nato il progetto:

“L’associazione Oasi dei Saperi si costituisce nel 2003; tra i suoi fondatori ci sono alcuni cittadini che alcuni anni prima avevano contribuito col loro impegno a salvare l’area dell’ex centro avicolo di Bologna dalla cementificazione totale, dopo aver ottenuto, nel 2000, il vincolo di tutela dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici.” Antefatto: nel Bosco di S.Anna aveva sede il centro Avicolo e Apiario dell’Università di Bologna, fondato dal rettore Alessandro Ghigi nel 1931; in funzione fino agli anni ’70, e successivamente abbandonato per decenni, poi acquisito da un costruttore… infine riacquisito dal Comune di Bologna e destinato a rimanere verde. Continua Trigari: “L’Associazione nasce per salvaguardare l’area e presenta un progetto di recupero in funzione didattica ideando percorsi educativi per le scolaresche di ogni grado. Nel 2008, dopo la firma della convenzione con il Quartiere Navile, iniziano le attività di recupero, tutte basate sul volontariato. E dal 2009 le prime visite delle scuole.”

Come è avvenuto il recupero dell’area?

“Dopo il primo intervento di bonifica effettuato dal Comune di Bologna relativo alla pulizia e al riordino del verde, il consolidamento del fondale del macero e il recupero della pompa ad immersione, come volontari abbiamo provveduto al recupero di alcune grandi strutture quali ex pulcinaie, grandi pollai e laboratori, trasformandole in aule didattiche. Per prima è stata recuperata l’ex pulcinaia dove abbiamo inserito il laboratorio di apicoltura, poi i laboratori dove hanno trovato spazio l’aula relativa alla lavorazione del vino (vendemmia, imbottigliamento) e quella sulla lavorazione della canapa, poi l’aula storica, dove si possono fare laboratori di ogni genere, che contiene un percorso storico/fotografico. Abbiamo inoltre aggiunto un grande orto di piante officinali, uno più piccolo vicino all’ingresso, e otto filari di vigna, costruito un forno in terra cruda, realizzato un percorso di osservazione lungo il macero, inserito il baco da seta, realizzato una gabbia per il compostaggio, e la cartellonistica per le alberature e le piante in genere. Abbiamo ideato il “Bosco Magico”, con gelsi secolari e tanto verde, dove i bambini più piccoli si avvicinano alla natura attraverso la favola e la fantasia; e lasciato un’ampia zona di verde a libera evoluzione per garantire la biodiversità ed osservare gli equilibri che disegna la natura.”

Tutto questo lavoro consente di realizzare vari percorsi didattici, e ogni anno, grazie anche alle donazioni del 5×1000 si aggiungono nuovi percorsi e recuperi. Chiedo allora a Mauro quali sono le motivazioni che spingono i volontari a darsi tanto da fare:

“La soddisfazione di ospitare centinaia di bambini che rimangono colpiti positivamente dal luogo nel suo insieme e leggere sui loro volti e nelle loro domande la sorpresa, la meraviglia, la curiosità, ci ripaga di tutti gli sforzi fatti. Anche molti adulti rimangono colpiti dal luogo che esprime qualcosa di “magico”. Il messaggio che cerchiamo di trasmettere è culturale, relativo alla conoscenza della natura, grazie alla quale possiamo nutrirci e provvedere ai nostri bisogni. Mostrare dal vero i processi di trasformazione che portano al vino, al miele, alla seta, ai filati di canapa, al pane ha questa funzione.Per noi è importante continuare a creare percorsi ed opportunità che gli stessi insegnanti devono cogliere e utilizzare per sviluppare i loro programmi il più possibile in autonomia, perchè la nostra funzione è di accompagnamento e assistenza, non di formazione.”

Durante l’anno sono previste tre aperture al pubblico: a settembre la festa della vendemmia, in aprile o maggio la festa dell’imbottigliamento, e a giugno la festa della smielatura, che quest’anno cade il 14, quindi tra pochi giorni. Per il resto dell’anno l’area è chiusa e frequentata dalle scuole. Per visitarla occorre telefonare o scrivere all’associazione per concordare un giorno in cui visitarla, accompagnati da uno o più volontari.

Per contatti:

Oasi dei Saperi onlus, via S.Anna, Bologna.

facebook: BoscoDiSantAnnaOasiDeiSaperi

oasideisaperi.weebly.com

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