Il volo – La ballata dei picchettini

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foto di Davide Baldrati
foto di Davide Baldrati
Il volo – foto di Davide Baldrati

 

«Mi ha chiesto di raccontare queste storie Domenico Mazzotti, l’ho conosciuto quest’estate. La sua foto, la sua bella faccia, è appesa a un muro sotto l’unica gru rimasta in piedi nella darsena di città. Lui e Marco Saporetti morirono in quel fabbricato il 5 marzo 1947»: Luigi Dadina, fondatore del Teatro delle Albe, suggerisce la genesi del suo nuovo spettacolo Il volo, al debutto nella prestigiosa cornice del Ravenna Festival «Domenico mi ha detto che se non racconto io queste storie di lavoro, incidenti, morti, non mi parlerà più: “Te che fai l’attore e sei figlio d’operai, che da ragazzino passavi le estati e poi anche gli inverni in fabbrica, che hai voluto fare di testa tua e non hai neanche finito le scuole, adesso hai l’obbligo di dire, di testimoniare”. Gli ho risposto: “Va bene, hai ragione, io però ogni tanto passo e tu, voi, mi aiutate”».

foto di Davide Baldrati
Il volo – foto di Davide Baldrati

 

Il volo, scritto assieme a Laura Gambi e Tahar Lamri, intreccia questa vicenda a ciò che è avvenuto, quarant’anni dopo, nella nave gasiera Elisabetta Montanari: «Era venerdì 13 marzo 1987. Ci fu un incendio nella stiva, le esalazioni della combustione causarono la morte per asfissia dei tredici operai impegnati nel cantiere di manutenzione». Aggiunge Laura Gambi: «Il volo non è un classico spettacolo di teatro civile, né solo di denuncia. Quello che si rischia in questi casi è fermarsi a dire “servono più norme di sicurezza”, banalizzando un discorso ben più complesso, che ha a che fare con la dignità dell’essere umano». Nello spettacolo si alternano narrazioni e testi in musica, ispirati alle ballate popolari e alla cultura hip hop, affidati a Francesco Giampaoli, Diego Pasini e Lanfranco-Moder-Vicari. Conclude Dadina: «Dopo Amore e Anarchia m’è parso naturale proseguire la collaborazione con Piero Fenati e Elvira Mascanzoni, anime della Compagnia Drammatico Vegetale, per l’ideazione e realizzazione di scene e costumi: la loro sapienza sull’uso degli oggetti, sviluppata in un percorso quarantennale, sono certo sarà fondamentale in questo lavoro. Per il debutto del 25 giugno stanno già trasformando il Teatro Rasi».

 

MICHELE PASCARELLA

 

25 giugno, ore 21 – Ravenna, Teatro Rasi, Via di Roma 39 – info: 0544 249244, ravennafestival.org