Io sono italiana e Roger è di Singapore, ma viviamo insieme a Londra da quasi tre anni. Quest’anno abbiamo deciso di andare a Singapore durante il Capodanno cinese. Roger vuole farmi conoscere la sua famiglia. È difficile riassumere il nostro viaggio di un mese in poche righe, così ho deciso di raccontare solo alcuni episodi. Ho voluto riportare le mie impressioni, di persona occidentale che viene a contatto con l’Asia per la prima volta, e così vanno interpretati.
Ospitalità – Siamo atterrati a Singapore il 14 Febbraio verso le sette di sera. Il fratello e la madre di Roger ci vengono a prendere all’aeroporto e ceniamo insieme in una food court, cioè un’area dedicata alla ristorazione dove al centro ci sono i tavoli e tutt’intorno si trovano gli stand del cibo.
La famiglia di Roger è di origine cinese, sebbene i suoi genitori ed i suoi nonni siano tutti nati a Singapore. Risultato: parlano solo in Cantonese. Singapore è stata una colonia inglese per molti anni e, nonostante rivendichino il Malese come lingua ufficiale, tutti (o quasi) parlano Inglese. Durante la cena mi limito a sorridere e ad esibire le mie capacità con le bacchette. Riesco a raccogliere i chicchi di riso, non so se lo avete notato...
Non capisco una parola e nessuno si rivolge a me. Le chiacchiere vanno avanti ininterrottamente anche in macchina, ma io guardo fuori dal finestrino, seguo le luci dei lampioni che sfrecciano al mio fianco e mi godo l’aria calda e umida in cui siamo immersi. Penso che la vita è strana ed imprevedibile e che io qui non ci sarei mai stata se non avessi incontrato Roger. Una volta in casa, vengo presentata al padre e al nonno.
Nonostante la stanchezza mi sento euforica, voglio uscire, voglio esplorare la città, voglio fare un altro giro in macchina, voglio andare a vedere il mare, voglio…
Non so cosa stai dicendo, ma mi piace il suono di questa lingua, non ti sento mai parlare così, suona esotico… sexy… sai che oggi è San Valentino? Siamo stanchi e sudati, ma magari…
«Dobbiamo dormire in camera con mia madre» dice Roger.
Cosa?! Calma, forse ho capito male…
«Perché?»
«Te l’ho detto, i miei sono divorziati. Non c’è posto per tutti».
Sara, sorridi. Non usare un tono sarcastico…
«E quindi?».
«E quindi dobbiamo dormire in camera con mia madre. Mio padre sta in camera mia».
«Se vuoi possiamo andare in albergo…». Ti prego tesoro, leggimi nella mente…
«Mi dispiace. Solo per stanotte».
«Va bene». In fondo, dopo tredici ore di volo dovrei essere in grado di addormentarmi facilmente. Mentre mi ritrovo in una camera matrimoniale con Roger e sua madre accucciata ai piedi del letto rifletto sull’ospitalità italiana, penso ai tortellini di mia nonna, penso al vino sulla tavola che porta fortuna, penso alla tovaglia buona… penso che il viaggio è iniziato.
Oro – «Mia mamma ti vuole parlare».
«Va bene, cosa vuole?».
«Dice che ha una cosa per te, vai a vedere».
La madre di Roger mi porge, con uno sguardo carico di aspettative, un braccialetto. D’oro zecchino.
Sorrido. Guardo Roger. Dico Thank you.
«È il giorno fortunato per comprare l’oro. Lei dice che sarebbe un regalo per il nostro matrimonio, ma vuole che tu te lo metta per il Capodanno cinese».
«Thank you…».
«Dice che se non ti piace lo possiamo cambiare». «No! Very beautiful… thank you».
La madre di Roger sembra soddisfatta.
«Dobbiamo comunque andare in gioielleria perché il mio anello è troppo grande». Cosa? Anche un anello d’oro? Accipicchia!
È il 15/02/15 ed è il giorno fortunato per comprare l’oro secondo la cultura cinese. Esattamente quattro giorni prima del Capodanno. L’oro vale $67 per grammo. In gioielleria c’è la fila. Lo giuro. La fila. In tutta la mia vita non ho mai visto la fila in una gioielleria. È un caldo insopportabile e nell’attesa le commesse ci offrono delle bottiglie d’acqua fresca. Dopo un’ora decidiamo che in fondo l’anello non è grande, va solo messo in un altro dito.
Colazione – È il mio secondo risveglio a Singapore e sono ancora vittima dei postumi del jet-lag. Trovo Roger in cucina che parla con sua madre e una zia. «Morning!». Non so di cosa stiano parlando ma sorrido, seguo con lo sguardo i turni della conversazione, a volte annuisco pure.
«Sorry…scusa se interrompo, facciamo colazione?».
«Yes baby, mia madre sta preparando la zuppa con le radici di fiori di loto».
«Oh! Wow! Thank you…». Congiungo le mani e faccio un inchino.
«Sì, ma magari qualcosa di fresco… della frutta?». «Yes baby».
La conversazione procede mentre le due donne sono avvolte da una nube di vapore proveniente dalle pentole. È tutta notte che ho sete. E fame. Sarà la perseverante aria condizionata o il fatto che mi facciano dormire col piumino, non mi so ancora dare una spiegazione, so solo che sto morendo di sete.
Ci saranno almeno 40 gradi in quella cucina. Guardo il frigo. Come la prenderanno se mi servo da sola? Sarà maleducazione? In fondo sono una di famiglia adesso, giusto?
La signora Chiaw si asciuga le mani, si avvicina. Apre il frigo e prende della frutta fresca. Ci siamo. «Please… I would like…». Si inginocchia. Inizia a pregare. Sopra al frigo c’è un altare buddista. Lo noto solo ora. «Prega per i nostri antenati» sussurra Roger. Offre loro la frutta e accende gli incensi, poi si abbassa di nuovo e lancia degli oggetti di legno sul pavimento, ripetutamente. «Adesso legge le risposte degli antenati». Anch’io: addio colazione.
Capodanno cinese – Questa festività può essere paragonata al nostro Natale: è un giorno da passare in famiglia facendosi gli auguri per l’avvenire. Le case e le strade sono decorate con arance e ananas, simboli di prosperità. La tradizione vuole che le coppie sposate offrano dei soldi alle persone non sposate. I soldi vengono messi nella cosiddetta «Busta Rossa». Quest’anno le persone non sposate includono me, Roger e cinque nipotine di età compresa tra i due e i dieci anni.
Roger mi aveva avvertita, ma io ancora sento dell’imbarazzo nell’accettare denaro da sconosciuti. Inoltre, è maleducazione guardare dentro la busta, quindi non riesco a quantificare la loro generosità. Per cena, tutta la famiglia si ritrova attorno alla tavola. Quest’ultima è coperta da un sacco di plastica dell’immondizia rosa chiaro. Scoprirò presto perché.
Viene servito il tradizionale Lou Hei, un piatto circolare con vari elementi: un’insalata di verdure, tagliate fini, come ravanelli, carote, peperoni, fette di salmone crudo, il tutto guarnito con condimenti come miele, olio di sesamo, zenzero in salamoia e spezie in polvere.
I commensali devono mescolare i vari elementi con le bacchette e… tirarli in aria! Più alto vai e meglio è. Più fortuna, più soldi, più figli. Ognuno lancia il cibo in aria pronunciando frasi di augurio. Il nonno novantenne viene ricoperto di verdura e noi abbiamo tutti le mani appiccicaticce. I bambini ridono a crepapelle e gli adulti mangiano di gusto.
All’improvviso cade il silenzio. La tv, costantemente accesa in sottofondo, sta trasmettendo l’oroscopo. Un signore dall’aria dotta, con un costume tradizionale, sta predicendo il futuro per l’anno nuovo. «Sshh… questo è il mio anno, l’anno della capra!» esclama qualcuno.