Jimmy Page, l’ascesa di Lucifero

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Dire cosa si provi a essere stati parte della più grande band al mondo non lo si può spiegare a meno che, giusto per citare qualche vivente, non ti chiami Mick Jagger, Robbie Robertson, Brian Wilson, Bob Weir, Ray Davies, John Cale, Paul McCartney, David Byrne o Pete Townshend. Figurati poi se ti chiami Jimmy Page, notoriamente uno dei tizi più ossessivi del creato rock, uno che non ha mai lasciato nulla al caso.

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Gli ultimi dodici mesi circa, lo sanno anche i muri, l’hanno visto nella promozione, anch’essa ossessiva, del repertorio Led Zeppelin ripubblicato in edizioni deluxe disco per disco – roba fatta benissimo ma pure decisamente costosa, il cui acquisto va lasciato sicuramente al libero arbitrio di ognuno, tanto più che i tempi, finanziariamente, non sono proprio dei dei più rosei. Lasciate comunque che vi si sussurri all’orecchio che Led Zeppelin III (1970) e Coda (1982) sono le ristampe più interessanti. Bene, detto questo passiamo al nocciolo della questione: Jimmy Page ha un suo piccolo business on line, dove sempre con molta ossessione ha diffuso diverse leccornie, fra le quali giunge di recente Sound Tracks, box set sia in CD sia in vinile (jimmypage.com, CD £30 e vinile £80), che sistema le cose riguardo un paio di colonne sonore che l’artista ha pubblicato e non pubblicato nel corso del tempo.

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Noi abbiamo messo le mani sull’edizione CD, composta di quattro dischetti, un buon libretto che spiega la faccenda e soprattutto un packaging sopraffine, di quelli che piacciono tanto allo Zeppelin: elegante, arcano, unico. Il pezzo forte del tutto è la musica composta per Lucifer Rising, film maledetto di Kenneth Anger girato nel 1972 ma uscito solo nel 1980, di cui Jimmy Page curò la sonorizzazione. Anche il lavoro di Page prese pieghe maudit – fino al 2012, quando ne uscì un’ufficiale edizione solo in vinile, la colonna sonora è stata più volte rapinata dal mercato bootleg – per esempio, il sottoscritto ne possiede quattro-cinque stampe che presentano molte variazioni una con l’altra. In Sound Tracks la riproposizione di Lucifer Rising occupa due CD, nelle intenzioni di Jimmy uno è la colonna sonora definitiva mentre l’altro una specie di bonus feature per soddisfare i più famelici assettati di materiale Zep e affini, peraltro riuscendovi alla grande. Ad ascoltarlo per bene, Lucifer Rising è allo stesso tempo ostico ma affascinante, una specie di Metal Machine Music versione Page, dove il chitarrista lasciava da parte tutte le chiare sovrastrutture cui obbligava la musica degli Zeppelin, a favore di un personale diario avanguardista e sperimentale. I punti di riferimento sono quelli del maliardo Aleister Crowley e della coppia William S. Burroughs/Brian Jones che finì nel Rif marocchino a studiare e a registrare i Master Musicians of Joujouka – la ricerca di un occultismo che flirta pesantemente con il lato oscuro e che evita retorica, conformismo, esercizio di stile e bigiotteria musicale. In sostanza, quello di Lucifer Rising è un Jimmy Page scintillante che non si può mancare – e come potrebbe essere altrimenti poiché stiamo parlando del periodo piantato proprio a metà fra Zoso (1971) e Houses Of The Holy (1973)?

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Gli altri due CD invece sono un’altro paio di maniche. Si fa un salto di dieci anni, gli Zeppelin sono da poco un capitolo chiuso, Jimmy Page è depresso tanto che per un lungo periodo pare non abbia impugnato la chitarra come lui stesso ha dichiarato più volte – è il 1981, da Hollywood arrivano tanti soldi e un contratto per la colonna sonora di Death Wish II (1982), film con Charles Bronson che in Italia ribattezzano con tanta fantasia da aborrire Il giustiziere della notte II. Messa insieme una band dove risaltano Dave Mattacks (Fairport Convention, Richard Thompson) alla batteria e Chris Farlowe alla voce, quest’ultimo solo negli unici due brani cantati fatti di tanta nostalgia per Robert Plant, almeno ad avviso di chi scrive, trent’anni dopo il risultato non pare male ma è decisamente datato – improvvisamente Jimmy Page suona come un dinosauro, usa tastieroni un po’ goffi che ne accompagnano le comunque sempre grandi schitarrate e soprattutto affronta, come se fosse una bestia presa in affitto da Hollywood, una musica che sostanzialmente non gli appartiene. E difatti, guarda caso, il passo successivo sarà quello di unirsi al vecchio e adorato amico Roy Harper per il purtroppo spesso dimenticato Whatever Happened To Jugula? (1985), ritorno alle radici folk e soprattutto a una musica più consona per quel tizio che con gli Zep arrivò in cima al mondo.

CICO CASARTELLI

JIMMY PAGE – Sound Tracks (www.jimmy page.com)

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