Sufjan Stevens – l’Incredible String Band la conoscete?

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Sono andato a vedere Sufjan Stevens – difatti oggi volevo parlare dell’Incredible String Band, uno dei veri grandi gruppi inglesi, roba che i finto-alternativi-molto-emo di oggi se la scordano – dischi di vero freak-ismo come The 5000 Spirits Or The Layers Of The Onion (1967) e The Hangman’s Beautiful Daughter (1968) – canzoni che facevano il paio con le più belle di John Martyn e di Nick Drake, su tutte l’indimenticabile October Song – in sostanza, l’Incredible String Band era una congrega di artisti assolutamente di prim’ordine nella loro tendenza naïf di affrontare il mondo. In loro non vi era sforzo bensì molta ispirazione, detto in parole povere.

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Odo questo Sufjan Stevens, sia nei dischi sia su di un palco, e mi domando perché la gente vi sia cascata – cascata nel prender per buono il birignao finto naïf costante della sua musica, dove non distingui praticamente un brano dall’altro e che al ragazzo ti vien voglia di dargli qualcosa per tirarlo un po’ su poiché mi pare molto depresso, anche se soprattutto è deprimente – e qualcosa dovremmo prenderlo pure noi che gli siamo capitati davanti. Non vogliamo essere cattivi oltremodo né deliberatamente, ma Sufjan Stevens appare come un fittissimo mistero – non se ne capiscono i perché e i per come, non si capisce che musica faccia e sopratutto non si capisce il magone di cui egli è pervaso e che di blues non ha nulla – tutto in lui mi pare sovrastrutturato, senza voglia né di avventura né di sorprendere.

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A farli scorrere, gran parte dei brani proposti – tipo Redford (For Yia-Yia & Pappou), Chicago, Concerning The UFO, Carrie & Lowell, giusto per citare i più significativi – non sono quelli di un mondo dove regna la tristezza bensì quelli di un luogo dove la tristezza è, a scelta, ornamento o atteggiamento. Poi, dei pezzi basta prenderne uno, tipo Fouth Of July, dove Sufjan Stevens ci spiega che “tutti moriremo” – oltre che ai primi di Luglio lo sappiamo anche a fine Settembre, sempre in tema di birignao – pur sapendolo, una botta di vita è ben accetta – e pare che nella sua musica di una noia letale non ve ne sia proprio traccia di botta di vita.

CICO CASARTELLI

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2 Commenti

  1. Anche io amo moltissimo la Incredible String Band. Solo mi chiedo: se non hai idea di chi sia Sufjan Stevens, se non hai mai ascoltato un suo album, perché mai ne scrivi in termini dispregiativi? Avere un blog significa potere sparare merda senza senso su tutti, senza sapere di cosa si parla? Spero di no.

    Sufjan Stevens è un autore molto prolifico, ha fatto diverse cose meravigliose, upbeat e downbeat. Quest’album per lui è stata una catarsi, un modo per libersarsi di un peso che ha da quando è nato, in un certo senso. Altro che finto, non potevi incappare in un artista più vero. Ma è evidente che non sai nulla della sua storia. No problem, solo, perché ne parli?

    Se sei curioso di conoscere la sua musica, ti consiglio di partire da Come On Feel the Illinoise e magari Seven Swans.
    Carrie & Lowell non è il più semplice ma i pezzi sono diversi e come, basta ascoltarlo qualche volta. Ci troverai persino dei versi che ti faranno sorridere, pensa un po’. E quel “we’re all gonna die” ti darà persino un po’ di felicità tanta è la bellezza di quel brano. Però lo devi ascoltare, se ne vuoi parlare, perché trovare certe cose sul web, solo perché tutti sono liberi di pubblicare qualsivoglia cosa giri in testa, fa veramente girare le gonadi. Saluti.

  2. cara Chiarina – non credo di aver usato termini dispregiativi, semmai negativi. e li confermo. dai per scontato che io non abbia ascoltato o non possegga gli album di SS – ti garantisco (di più non posso fare) che li ho ascoltati tutti e li posseggo tutti. Se ti può consolare, trovo Seven Swans il suo migliore – anche se non mi strappo le vesti. conto che da quel disco sono passati, però, più di 10 anni – nel frattempo la mia opinione sul suo modo di fare musica è solo peggiorata. ribadisco, a mio avviso il concerto è stato di una noia veramente mortale – l’ora e mezza più lunga della mia vita. tu c’eri, che non ho capito? in ogni caso, dopo averlo visto in azione (ed era la prima volta), la ritengo un vero poser. è giusto la mia opinione, fra le mille che si possono trovare in giro…

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