Amore e Anarchia del Teatro delle Albe torna a VulKano

0
1052
17 - 1679-3
Amore e Anarchia – foto di Davide Baldrati

Amore e Anarchia mostra una coppia di anarchici ravennati, vissuti a cavallo tra ottocento e novecento, la cui vita fu segnata dal sogno della rivoluzione sociale. I due personaggi al centro della storia sono Maria Luisa Minguzzi e Francesco Pezzi: nati entrambi nel centro storico di Ravenna, lui nel 1849, lei nel 1852; da quasi cent’anni abitano, non visti, nella scuola di San Bartolo, vicino a Ravenna.

Nella loro infanzia e adolescenza l’Italia è attraversata da sconvolgimenti politici e umani: le imprese garibaldine, l’ideale repubblicano, la caduta del governo dei papi, l’unità d’Italia, l’internazionalismo anarchico e socialista sono solo alcuni degli elementi che segnano la crescita dei due ravennati.

Minguzzi Luisa è sarta “silenziosa, attenta, bravissima, con tutti quelli spilli tenuti fra le labbra e via via tolti per segnare i difetti, per stringere, per attillare, pronta a ubbedire, o meglio a rispettare il proprio lavoro di artigiana ineccepibile”. Pezzi Francesco, intelligente, sguardo mite con una luce di collera, di modi gentili e di briosa vivacità, conseguito il diploma di ragioniere viene assunto alla Cassa di Risparmio di Ravenna.

Giovanissimi si incontrano, si innamorano e si infiammano, senza possibilità di ripensamento, per l’idea dell’anarchia, che guiderà le scelte e i pensieri di tutta la loro vita successiva fino alla morte.

Tra militanza, fughe, confino e carcere, sono la coppia che accoglie gli amici anarchici, nelle case sempre aperte di Firenze, Lugano, Napoli, Buenos Aires, Londra. Primi fra tutti Andrea Costa, Anna Kuliscioff ed Errico Malatesta.

Moriranno a Firenze, lei nel 1911, cieca e piegata nella salute dopo il confino all’Orbetello, lui suicida nel 1917, in un boschetto alle Cascine. In un biglietto Pezzi scrive il disgusto “fino alla nausea di questo impasto di fango che si chiama mondo e della vigliaccheria degli uomini che lo subiscono”. La Minguzzi, autrice del Manifesto a tutte le operaie d’Italia, sarà inarrestabile promotrice dell’idea anarchica tra le donne, oratrice in pubblico e nei comizi.

17 - 1784-4
Amore e Anarchia – foto di Davide Baldrati

 –

“Compagne, unitevi a noi.

La società del presente ci ha detto:

o soffri la fame, o venditi.

La società dell’avvenire ci dirà:

vivi, lavora, ed ama.”

La limpida anarchica e l’infaticabile organizzatore sono ancora assieme oggi, sempre, giorno dopo giorno, continuano a vivere nella scuola di San Bartolo. Il mondo è filtrato dalle voci dei bambini che la mattina occupano i banchi e i corridoi. Ogni notte sono soli, e senza requie continuano a ripercorrere le vicende di allora e quelle di oggi, in un dialogo mai interrotto in vita, ma ancora ardente, ancora in cerca di risposte. Continuano a parlare, a discutere, del sindacato dei panettieri di Buenos Aires e delle pagine arringanti de “El Obrero Panadero”, delle tetillas de monja, di libero amore, di libertà, di giustizia, del sacrificio per l’ideale, delle paludi dell’Orbetello, a decifrare i discorsi dei bambini, i suoni del paese e della strada, che da cent’anni accompagnano le loro giornate.

Si segnala inoltre che è stato pubblicato da Titivillus il testo dello spettacolo, con un apparato di interventi critici curato dalla docente di Storia del nuovo teatro dell’Università di Bologna Cristina Valenti. Il libro, in vendita a VulKano e alla libreria Dante di Longo, sarà presentato al Caffè Letterario di Ravenna venerdì 9 ottobre alle 18.30.

 –

29 settembre – 15 ottobre (riposo 5 e 12 ottobre, inizio spettacolo ore 21, domenica ore 15.30, venerdì 2 e sabato 3 ottobre ore 19) – info e prenotazioni: 0544 36239, 333 7605760, organizzazione@ravennateatro.com