Pratiche cristalline. Intervista a Roberta Bertozzi

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Massimiliano Fabbri, Atlante, 2015 Foto di Marco Hazo Zavalloni _Il pensiero è un abisso_ Musas Santarcangelo di Romagna
Massimiliano Fabbri, Atlante, 2015 Foto di Marco Hazo Zavalloni _Il pensiero è un abisso_ Musas Santarcangelo di Romagna
Massimiliano Fabbri, Atlante, 2015 Foto di Marco Hazo Zavalloni

 

Innanzi tutto: il doppio appuntamento di domenica è programmato all’interno di Cristallino – Luoghi per le arti visive. Di cosa si tratta?

La formula di Cristallino è di quella di affiancare ai progetti espositivi dei momenti d’incontro e di dialogo sullo stato delle arti. Una mostra contiene di per sé tantissimi input, tante possibilità narrative. Potremmo considerarla come un testo su cui si possono sovrascrivere altre parole e immagini. Per questo nel programma di Cristallino compaiono delle sezioni dedicate alla critica, alla musica, alla performance. Quella che inaugura domenica 29 novembre, e che porta il nome di Pratiche cristalline, ha al suo centro una rivista di arte e letteratura che da circa tre anni a questa parte cerca di mettere a fuoco alcune urgenze che riguardano il contemporaneo. Si tratta in realtà, come sottolinei tu, di un doppio appuntamento perché abbiamo deciso di far seguire all’incontro un concerto di Luigi Berardi, quasi ad amplificare ulteriormente i contenuti di cui parleremo durante la serata.

Paesaggi / Landscapes è il titolo/tema del numero della rivista Edel – semestrale di pratica cristallina che presenterete quel giorno. Qualche anticipazione?

Tra i numeri che abbiamo finora realizzato è forse il più particolare. Sia perché l’argomento ha favorito l’innesto di più campi della conoscenza, grazie ai contributi di personalità che operano in diversi settori, da quello scientifico a quello poetico, dall’arte alla filosofia, fino alla progettazione architettonica e ambientale. Sia perché tra questi campi si è creata una strana sinergia. La nostra indagine, come indica anche il titolo, si è mossa tra paesaggio e landscape, termini che solo in apparenza sono sinonimi. E tutti gli autori hanno in fondo dichiarato l’impossibilità di scindere il paesaggio dall’azione che l’uomo vi ha esercitato nel corso dei secoli. Con l’esito che quando parliamo di paesaggio finiamo per parlare anche di noi stessi. Come recita un detto di Fernando Pessoa, è in noi che i paesaggi hanno paesaggio.

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Denis Riva, Teste sacre, 2015 Foto di Marco Hazo Zavalloni
Denis Riva, Teste sacre, 2015 Foto di Marco Hazo Zavalloni

 

A seguire, Luigi Berardi proporrà il concerto Paesaggi sonori. Per chi non lo conosce: cosa ci si può aspettare?

Usare il termine musicista per descrivere l’attività di Berardi è estremamente riduttivo: la sua arte travalica i confini di genere, anzi, non li contempla affatto. Potremmo parlare di installazioni sonore, ma anche questa definizione non è del tutto esatta. Ecco, si potrebbe dire che Berardi è una sorta di archeologo dei suoni, un artista che cerca di portare in luce quelle frequenze che abitano la natura, la terra e che entrano in sintonia con il nostro corpo, con i nostri sensi. È lui stesso a parlarci della sua opera come di una “trappola” percettiva.

Tre buoni motivi per venire al Musas, domenica, invece di andare a Rimini a guardare le vetrine.

Domanda interessante, anche se non ho intenzione di perorare la causa di un museo, di una mostra d’arte, rispetto alle vetrine di un centro storico. Così come non m’interessa fare un discorso moralistico, perché credo che l’arte sappia benissimo difendersi da sé. Mettiamola così: sia le merci che l’arte hanno a che fare con il nostro desiderio. Le merci funzionano per appagarlo, l’arte invece lo rilancia, ce lo fa sperimentare più intensamente… Direi che è una questione di scelta personale. Di dove ciascuno di noi preferisce investire il proprio desiderio.

MICHELE PASCARELLA 

 

29 novembre, ore 18 – Santarcangelo di Romagna (RN), MUSAS – Museo Storico Archeologico, Via della Costa 26 – info: calligraphie.it, cristallino.org