La meravigliosa, pazza notte di Sir Elton John

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Questo Elton John numero 32 potremmo sottotitolarlo good time Elton, l’Elton del buon umore. Wonderful Crazy Night, il terzo lavoro di fila prodotto con T-Bone Burnett, sfodera un Reginald Dwight solare, quello più sbarazzino che porta dritto agli anni Ottanta – solo che stavolta, l’essere gioviale non nasce da usi e abusi all’epoca noti a tutti bensì dalla gioia che nasce dall’aver messo su casa e famiglia con il suo pluridecennale compagno David Furnish.

Elton John con T-Bone Burnett
Elton John con T-Bone Burnett

È un Elton un po’ più borghese, che si affida come sempre alle parole dell’antico sodale Bernie Taupin, garanzia di una vita, ma non per questo meno entusiasta di quello che fa. Essersi affidato a un produttore come Burnett permette a Elton di essere più sicuro dei suoi mezzi – e se non siamo proprio dalle parti di Tumbleweed Connection (1971) o di Honky Château (1972), i vecchi fan sapranno scovare bei passaggi di auto-revival che vanno concessi alla storia maiuscola del nostro caro Sir col parrucchino.

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Senza eccedere troppo, Burnett ha imposto un suono dove le chitarre mostrano i muscoli più del piano – e si sente anche che Elton è contornato dalle sua storica band con perni quali Davey Johnstone (chitarre), Nigel Olsson (batteria) e Ray Cooper (percussioni), anch’essa rocciosa quanto perfetta macchina pop-rock che non ha mai tradito gli intenti fra alto e basso, fra poesia e trash della premiata ditta Elton & Bernie.

Bernie Taupin e T-Bone Burnett
Bernie Taupin e T-Bone Burnett

A ben vedere è un disco molto Van Morrison, quello più scattante che si può rintracciare indifferentemente in Brown Eyed Girl, in Wild Night, in Full Force Gale o in Real Real Gone – chiaramente Van ha sempre una marcia in più, ma Elton ne è sempre (stato) un buon adepto. Anzi, lette interviste recenti a Elton, pare che l’artista per l’occasione abbia spinto Bernie a rifarsi il più possibile al Belfast Cowboy.

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Il brano più interessante del lotto, e forse il più orecchiabile e catchy, è proprio il pezzo guida, Wonderful Crazy Night – bel errebì di quelli che Elton ha fatto molte volte, chissà perché il persistente rimando è all’antica Philadelphia Freedom, e che nell’intera raccolta è anche il momento dove il pianoforte la fa da padrone più che negli altri brani. Altro bel passaggio, peraltro con un gran testo-commento sociale di Taupin, è Claw Hammer, dove piano, fiati e dodici corde si confondono fra aperture di suoni e di colori che mostrano Elton ancora animale vivo e voglioso. E per chiudere, un pensiero se la merita anche I’ve Got 2 Wings, accattivante valzer con tanto di fisarmonica che racconta di una favola southern di quelle che Bernie sa scrivere a occhi chiusi ma con tanta profondità.

CICO CASARTELLI

ELTON JOHN – Wonderful Crazy Night (Virgin/EMI)

Elton John con Bernie Taupin
Elton John con Bernie Taupin