Dexys, al sapor di country-soul irlandese

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Saranno gli anni passati fra pesante alcolismo, pensante tossicodipendenza e pesanti esaurimenti nervosi, ma è chiaro che Kevin Rowland ama confondere, e pure molto. Riaccende il suo leggendario bolide, (all’epoca) gli sbanca-classifiche Dexys Midnight Runners, e gli tronca il nome in giusto Dexys: poco importa, però, perché il ritorno con One Day I’m Going To Soar (2012) ha veramente abbagliato chiunque abbia speso tempo ad ascoltarlo – tanto che ritenerlo uno dei dischi più belli pubblicati da chiunque negli ultimi cinque-sei anni non è una bestemmia. Per non parlare degli assolutamente travolgenti concerti, fra l’altro immortalati nel monumentale disco + film Nowhere Is Home (Live At Duke Of York’s Theatre) (2014). Dicevamo, confondere è l’abitudine in casa Rowland: adesso arriva Let The Record Show, che come sottotitolo recita Dexys Do Irish And Country Soul – ma poi ti ritrovi in scaletta pure pezzi dei Bee Gees, di Hugh Masekela, di Joni Mitchell, di Johnny Cash, di Rod Stewart e standard yankee, che di Irish hanno ben poco. Domanda: perché? Facile, perché in qualsiasi pub dove andiate fra Londra, Glasgow, Dublino e naturalmente l’Irlanda tutta, quelli sono pezzi di repertorio che la gente non si fa troppe domande per sapere di dove vengono – le canta a squarciagola, e basta. Che poi è il concetto base del Celtic Soul, a partire da Van Morrison per arrivare ai Commitments, per esempio.

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Ah, il Celtic Soul – ben prima dei Pogues o dei Waterboys (e anche di certi U2), i Dexys Midnight Runners su quei binari furono travolgenti: presero Van Morrison e lo portarono a flirtare con Bryan Ferry, se ne fregavano dei contemporanei d’Albione dediti a leccarsi le ferite del punk o grattarsi con il new romantic. Kevin, nato nel cuore d’Inghilterra a Wolverhampton ma figlio di immigrati irlandesi, il suo teatro in musica lo ha sempre visto diverso, diversissimo dalla moneta corrente: erratico ma con sempre l’idea precisa di stupire e di travolgere. Riuscendovi (quasi) sempre. E con Let The Record Show non fa altro che ribadirlo: già, perché questo a larghi tratti è davvero un grande album di cover – nostalgico a livello universale quindi non “passatista”, per certi versi glamirishbritish fin nel fondo nell’anima, provocatorio, con una mano sempre pronta alle due dita e l’altra occupata con la pinta d’ordinanza: ossia tutto quello che sempre sono stati i Dexys Midnight Runners.

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I Dexys Midnight Runners nei primi anni Ottanta...
I Dexys Midnight Runners nei primi anni Ottanta…

La musica di Rowland è pura performance, pertanto gli accostamenti sono solo un pretesto per far parlare di sé – tipo mettere attigue splendide versioni di brani che davvero sono anni luce distanti uno dall’altro come To Love Somebody dei Bee Gees (che fatta più Van Morrrison-iana non si potrebbe, con tanto di accento fucked-up di vero frequentatore di pub), I’ll Take You Home Again, Kathleen di Slim Whitman, Grazing In The Grass di Hugh Masekela, You Wear It Well di Rod Stewart e una splendidamente sunshine Both Sides Now di Joni Mitchell. Per non parlare di come rifà lo standard pop Smoke Gets In Your Eyes in piena vena dandy a la Bryan Ferry oppure come stende tutti in 40 Shades Of Green di Johnny Cash, leggendario pezzo che l’Uomo in Nero scrisse nel lontano 1959 all’epoca del suo primo tour in Irlanda.

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Il sottotitolo Dexys Do Irish And Country Soul di Let The Record Show non è comunque lì a caso, giacché non mancano tributi alla tradizione dell’Emerald Island. Il disco è introdotto dal classico Women Of Ireland (Mná na hÉireann), come se tutto fosse un gran musical, passa per The Town I Loved So Well dei Dubliners – e poi si giunge a due momenti maiuscoli come i traditional Curragh Of Kildare e Carrickfergus, il primo riconducibile a Christy Moore mentre il secondo è stato sublimato da Van Morrison e i Chieftains ai tempi della loro celebrata collaborazione di fine anni Ottanta: tutto ciò Kevin Rowland lo fa suo con la solita contagiosa verve – e soprattutto in Carrickfergus vi mette un’anima (soul!) che sono proprie di un grande attore-cantante. E a proposito di Van, come lo vedreste un disco prodotto da Kevin? Qui lo vedremmo benissimo!

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Let The Record Show/Dexys Do Irish And Country Soul, per una volta noi che in genere le odiamo, è consigliabile nella versione deluxe doppio CD+DVD, acquistabile davvero con pochi euro in più rispetto a quella normale. Il secondo CD ha l’idea geniale di mettere in fila solo le tracce vocali di molti dei brani, trovata che davvero esalta ancor di più il talento di Kevin Rowland – al tutto vanno aggiunte anche tre tracce strumentali, sempre di brani presenti nell’album vero e proprio. Infine il DVD, che regala uno splendido documentario sul making of dell’intera opera – cinquanta minuti imperdibili per tutti gli amanti di uno degli artisti più scostanti, scontrosi e geniali venuti alla ribalta in quel d’Albione: naturalmente Kevin Rowland!

CICO CASARTELLI

DEXYS – Let The Record Show/Dexys Do Irish And Country Soul (2CD+DVD 100% Records/Warner Music)

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