Forlì Open Music. La musica nel tempo

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Fire Orch 2016 by Micke Keysendal
Fire Orch 2016 by Micke Keysendal
Fire Orch 2016 by Micke Keysendal

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Per il secondo anno consecutivo, l’Ex Chiesa di San Giacomo Apostolo apre le sue porte alla cittadinanza con otto appuntamenti dalla scena musicale internazionale.

La rassegna include artisti e formazioni di assoluta eccellenza quali il duo pianoforte flauto Ottaviucci e Ceccomori, il rinomato ensemble di contrabbassi Ludus Gravis, il giovane e acclamato pianista varesino Roberto Plano, il duo d’eccezione violoncello e pianoforte Guerri e Puglisi; si chiude con una delle più audaci ed esplosive big band dalle sonorità jazz sperimentali, la Fire! Orchestra, che proprio a Forlì aprirà la sua tournée italiana per presentare il nuovo terzo CD, Ritual, già premiato dalle testate di tutto il mondo.

Non solo musica. Forlì Open Music sarà inoltre l’occasione per visitare e apprezzare i recenti lavori di restauro della Ex Chiesa di San Giacomo, fulcro – e ultimo edificio recuperato in ordine di tempo – del pregevole complesso conventuale medievale dei Domenicani. L’iniziativa è organizzata dal Comune di Forlì in collaborazione con i Musei di San Domenico e l’associazione culturale Area Sismica.

Di seguito il programma della due giorni nel dettaglio.

Si parte sabato 4 giugno alle ore 21, con il duo composto da Fabrizio Ottaviucci al pianoforte e Andrea Ceccomori al flauto, che eseguirà un repertorio di musiche che tocca grandi compositori del passato, quali Vivaldi, Mozart, Debussy, Faurè e chiude con due autori contemporanei, Fabrizio De Rossi Re e Terry Riley. Pianista e improvvisatore d’eccezione, Fabrizio Ottaviucci è considerato il più grande interprete delle opere per pianoforte di John Cage e di Giacinto Scelsi, di cui ha recentemente eseguito la prima mondiale della inedita Suite XIb, ed è conosciuto per le sue prestigiose collaborazioni con maestri del calibro di Markus Stockhausen. Con lui sul palco Andrea Ceccomori, flautista internazionale di grande versatilità, attualmente uno dei nomi più interessanti fra gli interpreti e produttori nell’ambito della musica classica contemporanea. Dedicatario di molte opere per flauto, e compositore lui stesso, ha curato molte prime esecuzioni in tutto il mondo collaborando con artisti come Cecilia Chailly, Rohan De Saram, Javier Girotto,  Ludovico Einaudi, Roberto Cacciapaglia, Antonella Ruggiero, Franco Battiato, David Riondino, Dacia Maraini, Markus Stockhausen, Evan Ziporyn, Jacqulin Buglisi e tanti altri.

Si prosegue alle ore 23 con il Ludus Gravis, ensemble di contrabbassi di fama internazionale, dedito all’esecuzione di musica contemporanea e nato dall’incontro fra Stefano Scodanibbio e Daniele Roccato. A Forlì porteranno un programma di musiche di compositori contemporanei quali lo stesso Roccato, l’inglese Gavin Bryars, il danese Hans-Henrik Nordstrøm, la russa Sofia Gubaidulina, con un’incursione nel passato attraverso i Tre Madrigali per cinque contrabbassi di Gesualdo da Venosa. Il Ludus Gravis ha all’attivo la partecipazione a festival internazionali quali La Biennale di Venezia, Musica D’Hoy di Madrid, Rassegna di Nuova Musica di Macerata, AngelicA di Bologna, Imago Dei di Krems (Vienna), Music of Changes di Klaipeda (Lithuania), Gaida di Vilnius (Lithuania), Unicum di Ljubljana (Slovenia), Borealis di Bergen (Norvegia), Vinterfestuka di Narvik (Norvegia). E’ diretto da Daniele Roccato, maestro concertatore dell’ensemble, considerato una delle figure di spicco della scena musicale internazionale.

Accarezzato dalle prime luci dell’alba, domenica 5 giugno alle ore 6, arriva sul palco del San Giacomo, il Coro da camera del Collegium Musicum Almae Matris, formato da una ventina di coristi. Il Collegium Musicum rappresenta il coro e l’orchestra ufficiali dell’Università di Bologna. Con tre cori (coro misto, coro da camera e coro femminile) e un’orchestra sinfonica, riunisce ogni anno oltre 250 partecipanti, per la maggior parte studenti universitari sia italiani sia stranieri. Dedito principalmente alla musica rinascimentale e del Novecento, con incursioni nel repertorio di antichi compositori italiani poco conosciuti al grande pubblico, il Coro eseguirà brani di Becker, Rheinberger, Lauridsen e dell’italiano Giovanni da Palestrina. A dirigerlo l’organista Enrico Lombardi che collabora con il Collegium Musicum in qualità di Maestro preparatore dei cori, dopo essere stato Consigliere e Presidente della stessa associazione.

Si prosegue alle ore 8 con l’Istituto Musicale Angelo Masini e il Liceo Musicale Statale di Forlì che si presentano al San Giacomo in un concerto a organici riuniti. La sinergia delle due scuole e l’entusiasmo dei giovani nel far musica insieme caratterizzerà questo appuntamento che, oltre agli Ensembles di percussioni e di strumentisti a fiato, li vedrà protagonisti della grande Orchestra giovanile.

Alle 11 arriva quello che il Chronicle di San Francisco ha definito il “Pavarotti del pianoforte”. E’ Roberto Plano grande pianista italiano additato come uno tra i più grandi interpreti di Scriabin dal critico americano John Bell Young. In apertura del concerto eseguirà musiche di Luchesi, Berio, Cimarosa, Say e Debussy, e chiuderà invece con due brani delle Harmonies poétiques et religieuses S 173 di Franz Liszt, il Tema e variazioni in re minore op. 18/b di Johannes Brahms, e infine con la Suite de danzas criollas op. 15 di Alberto Evaristo Ginastera. Roberto Plano vanta collaborazioni come solista con gli archi dei Berliner Philharmoniker, con la Hudson Symphony Orchestra, con l’Orchestra “Verdi”, con festival quali Ravinia, Chopin e Portland e con direttori d’orchestra come James Conlon, Sir Neville Marriner, Pinchas Zuckerman, Gianluigi Gelmetti e Donato Renzetti.

Si prosegue nel pomeriggio alle 15.30 con Ritratto di una Donna Musicista un ‘Concerto con Parole’ a cura della pianista e musicologa forlivese Elisabetta Righini e del Runya Duo. L’appuntamento è dedicato alla compositrice e violista anglo-americana Rebecca Clarke, una delle donne musiciste più rappresentative del primo Novecento. Nell’Inghilterra puritana di fine ‘800, Rebecca Clarke fu una delle prime donne a studiare composizione; fu scoperta soltanto nel 1976, grazie a una trasmissione radiofonica a lei dedicata per i suoi 90 anni. L’esecuzione prevede alcuni dei suoi brani memorabili, come la Sonata per viola, considerata uno dei capisaldi della letteratura violistica di tutti i tempi. Ad eseguirli il Runya Duo, composto da Diana e Arianna Bonatesta, rispettivamente viola e pianoforte, che nel 2016 ha pubblicato un CD dedicato alle musiche di Rebecca Clarke per la casa discografica AEVEA/Naxos e OnClassical. Della Righini è invece il testo Rebecca Clarke Music with a woman’s touch contenuto nel CD AEVEA/Naxos Rebecca Clarke – Works for viola (2016), accreditato dalla Rebecca Clarke Society U.S.A.

Alle 17.30 va in scena un duo inedito di violoncello pianoforte: Francesco Guerri e Fabrizio Puglisi, due tra le figure più interessanti della nuova scena jazzistica italiana. Nel programma si alterneranno brani eseguiti in solo e altri che rappresentano i primi frutti di una collaborazione musicale particolarmente promettente, rispecchiata anche dal titolo scelto per il concerto: A volte l’impossibile è trasparente. Si tratta di una frase pronunciata dal musicista americano Tristan Honsinger, all’interno di una discussione pubblica sulla musica improvvisata. In questa dichiarazione così apparentemente paradossale, eppure intuitiva e in qualche modo folgorante, Francesco Guerri e Fabrizio Puglisi hanno trovato rispecchiato il senso della loro collaborazione, della ricerca musicale che portano avanti in duo e come solisti. Entrambi i musicisti sono noti a livello internazionale: il cesenate Francesco Guerri ha suonato con artisti del calibro di Tristan Honsinger, Carla Bozulich, Ches Smith, Cris Corsano, Fabrizio Spera, Alberto Fiori, Vincenzo Vasi, Laurence “Butch” Morris e molti altri. Anche per Fabrizio Puglisi, pianista e compositore siciliano attivo a Bologna, l’elenco delle collaborazioni è davvero lungo e variegato, da Tristan Honsinger e Sean Bergin a William Parker ed Enrico Rava, da Roy Paci e John Zorn a Cristina Zavalloni.

La rassegna si chiude alle 21.30 con uno dei concerti più attesi, quello della Fire! Orchestra. Il gigantesco ensemble diretto dal grande sassofonista svedese Matt Gustafsson infiammerà la seconda e ultima notte del Forlì Open Music con un magma sonoro teso tra improvvisazione, jazz e rock. La Fire! Orchestra si muove nei territori jazz sperimentali in passato calcati da figure cardine come Sun Ra e Charlie Haden. Collettivo di ben ventotto musicisti – che in questa occasione saranno diciannove, l’orchestra ruota attorno al nucleo formato da Mats Gustafsson, Johan Berthling e Andreas Werliin, cuore pulsante del Fire! Trio e già membri di The Thing, Tape e Wildbirds & Peacedrums. Dopo aver esordito con Exit! nel 2013, la Fire! Orchestra è tornata nel primo semestre del 2014 con il live Second Exit ed il secondo lavoro in studio Enter. Nell’aprile del 2016 è uscito il terzo CD, Ritual, da cui scaturisce la tournée mondiale che toccherà a giugno anche Forlì.

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4 e 5 giugno – Forlì, Musei San Domenico / ex Chiesa di S. Giacomo, Piazza Guido da Montefeltro – ingresso libero – info: areasismica.it

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