White Denim, il Texas che non tradisce

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Quando si va a colpo sicuro: attendevamo un grande concerto – e un grande concerto è stato! Che consigliamo a tutti quelli di Bologna e dintorni di non perdere, giacché i White Denim si esibiranno proprio stasera al Covo Club per la loro unica data italiana (inizio ore 22 – biglietto 15 euro). Ma andiamo con ordine.

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Ieri sera lo splendido Rote Fabrik di Zurigo ha visto di che pasta sono fatti James Petralli, Steve Terebecki, Jordan Richardson e Mike St. Clair, i magnifici quattro di Austin, Texas che nell’ultimo decennio si sono davvero imposti come una delle band più eccitanti dell’intero panorama USA – anzi, qualcuno è pronto a scommettere che i White Denim siano il miglior gruppo dell’ultimissima generazione. Opinione cui ci aggreghiamo volentieri. I ragazzi sono giovani ma hanno una presenza che davvero impressiona: il repertorio non scade nel facile giovanilismo imperante nella musica tutta reality che impera oggidì, mentre l’approccio live è quello di chi sa di aver studiato molto bene la lezione e altrettanto di poter regalare quel briciolo d’originalità che non li faccia passare per un mero rip off. Già nei dischi ci parevamo dei piccoli, grandi epigoni dei Blue Öyster Cult sopratutto ma anche degli Steely Dan, dei Santana zona Caravanserai (1972) e anche dei Phish meno barocchi: vederli suonare on stage ce lo ha solo confermato.

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A dominare la scaletta è l’ultimo, ottimo Stiff, album uscito qualche mese or sono e prodotto nientemeno che da Ethan Johns (Ryan Adams, Tom Jones, Kings Of Leon, Ray LaMontagne, Laura Marling) – conferma di un talento, quello della band, che ha intrapreso il cammino più difficile: quello della crescita artistica. Ciò che offrono è vera adrenalina, con una compattezza e forza di suono che per i tempi che corrono è davvero moneta di gran valore, che già se evince dalla triade d’apertura Real Deal Momma, Ha Ha Ha Ha (Yeah) e There’s a Brain in My Head, perfetto inizio che, come si dice, è miele per le api.

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Di lì i Denim, guidati da un precisissimo Petralli, si scatenano per quasi un’ora e mezza di vera goduria che passa per momenti di gran rock fatto di sfumature e seducente jamming, che lo puoi ricondurre a tutto e a niente tanta è la tangibile originale passione che ci mettono, vedi quando entrano nell’inner space tipo in Mirrored In Reverse oppure in ballate comunque arcigne come Take It Easy (Ever After Lasting Love) – bello il falsetto molto Marvin Gaye – e Thank You. Per giungere all’epilogo che davvero sancisce la bravura di un gruppo che oggidì è davvero ammirevole, diremmo anche unico: la sottigliezza che sprigiona durante Pretty GreenI’m The One (Big Big Fun) in medley con At Night In Dreams e Bess St. inchioda che è un piacere all’inesorabile classe di questi quattro bei pischelli con tanto da dire. Insomma, teniamoci stretti i benedetti White Denim!

CICO CASARTELLI

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