La terra di Ermanna

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Ermanna Montanari – foto di Luca Del Pia

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«Questo appartiene a quel genere di libri che – dopo letti – bisogna ringraziare»: ciò che Roberto Roversi ebbe a dire di Piove sul diluvio di Tonino Guerra può forse essere valido anche per Miniature Campianesi di Ermanna Montanari, pubblicato a fine dicembre in sole trecento copie numerate da Oblomov Edizioni, casa editrice specializzata in edizioni d’arte a tiratura limitata fondata dall’illustratore e autore di fumetti Igort.

Alcune decine di testi brevi o brevissimi – miniature, appunto – affiorano dalla terra scura e luminosissima della campagna romagnola, da quella Campiano che da sempre informa di sé molti spettacoli del Teatro delle Albe (vale ricordarlo ai non “addetti ai lavori”, l’autrice di questo libro è la pluripremiata attrice, scenografa e co-fondatrice della nota Compagnia ravennate).

Recensione della realtà. In Miniature Campianesi Ermanna Montanari trasferisce sulla pagina una fenomenologia dell’accadere che coinvolge tracce mutevoli del proprio sentire e, al contempo, il compatto guscio del mondo: sono frammenti pienamente autobiografici, nei quali l’io-soggetto e il tu-oggetto (o luogo) stanno immersi in un comune campo di immaginifiche forze in vibrazione. Pagine attraversate da un’onirica matericità, da una nitida corporeità. Le cose, le emozioni e i gesti appaiono localizzati, immersi tra solide circostanze e fatti minuscoli: stalle, fiori, cancelli, gatti, seghe dentate e suore punteggiano i vissuti dell’autrice in parallelo agli accadimenti con i genitori, i nonni.

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Miniature Campianesi è stato realizzato «come un “libro dei segreti”, sul modello di un antico messale»: diviso in quattro sezioni (Miraggi, Infanzia e adolescenza, Giuseppina e Sigfrido, Saluto al lettore dalla camera da ricevere) è impreziosito dalle immagini create ad hoc dall’illustratrice Leila Marzocchi.

A mo’ di sineddoche, ecco in dono per i lettori di Gagarin l’intero racconto Grunf: «Quell’inverno, quando, dalla porta della stalla, vidi per la prima volta il maiale sgozzato sulla neve e tutto quel sangue che arrossava il bianco ghiaccio come una caramella, fui presa da uno spasmo inaspettato in tutto il corpo. Ero sul predellino alto della scaletta, e saltai giù, e corsi dal babbo, che aiutato da altri uomini trascinava il maiale con degli uncini, per portarlo sotto il capannone e squartarlo. Corsi per toccare, per pestare, un’emozione tra terrore e piacere. Avevano ucciso Grunf, il maiale a cui avevo portato da mangiare per un anno intero, e non sentivo dolore».

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MICHELE PASCARELLA

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Ermanna Montanari, Miniature Campianesi – Oblomov Edizioni, Cagliari, 2016 – pp. 108, € 15

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