“Il Vespro della Beata vergine”: continua la stagione Ferrara Musica

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Al Teatro Comunale, questa sera, martedì 28 febbraio,  ore 20.30 prosegue la stagione di Ferrara Musica 2016 / 2017 con il Vespro della Beata vergine di Claudio Monteverdi, capolavoro assoluto della storia della musica, eseguito nella versione vivida e brillante del Concerto Italiano diretto da Rinaldo Alessandrini, tra i gruppi italiani che si sono imposti negli ultimi anni per aver rivoluzionato i criteri d’esecuzione della musica antica, dal repertorio madrigalistico – e monteverdiano in particolare – fino a quello orchestrale e operistico per il repertorio settecentesco. Il Vespro della Beata vergine è un’opera monumentale per dieci voci, due cori misti e orchestra, composto nel 1610 da Monteverdi quale suo primo lavoro sacro. In esso l’aspetto intimistico della preghiera si intreccia perfettamente con una scrittura a tratti spettacolare, di chiara matrice teatrale. L’ensemble strumentale che eseguirà il Vespro è costituito da tredici musicisti; tra gli undici cantanti che formano invece l’ensemble vocale c’è tra l’altro anche il tenore ferrarese Raffaele Giordani.

L’opera fu pubblicata, assieme alla messa In illo tempore nel 1610 con la dedica a Paolo V. In quegli anni Monteverdi era alla ricerca di un lavoro che potesse sostituire quello difficoltoso di Mantova, alla cui corte era in servizio dal 1601. La dedica e il viaggio a Roma non ebbero nessun successo al riguardo. Monteverdi tornò a Mantova e dovette aspettare fino al 1613, anno nel quale fu nominato maestro di cappella presso la Basilica di San Marco a Venezia e dove rimase fino alla sua morte. La musica del Vespro fu in realtà eseguita a Mantova, tra il 1607 e il 1610, durante le celebrazioni della santa dedicataria della Basilica Palatina, Santa Barbara. In questa occasione la partitura prevedeva solamente un gruppo di dieci cantanti e il basso continuo. La pubblicazione del 1610 fu l’occasione di una revisione di alcuni brani, secondo lo stile concertato (in particolar modo il Magnificat, che passa dalla sua versione originale a sei voci a quella più elaborata a sette con l’aggiunta di strumenti obbligati), allo scopo di venire incontro alle esigenze di mercato e alle muove mode musicali, oltre all’inserimento di altri mottetti, più genericamente legati alla liturgia mariana. La pubblicazione si presenta quindi come una raccolta singolarmente eterogenea e non necessariamente legata a una precisa data della liturgia dedicata alla Vergine. Elemento unificatore delle diverse forme compositive che vi si susseguono (sonate, inni, salmi, mottetti) è la melodia gregoriana, che funge da cantus firmus.

Rinaldo Alessandrini è, secondo il Times, «l’uomo che ha fatto di più perché la musica barocca italiana tornasse a suonare veramente italiana». Con Concerto Italiano, gruppo da lui fondato nel 1984, ha stabilito una simbiosi totale e ha effettuato innumerevoli tournées in Europa, America e Asia, registrando dischi che hanno vinto i premi più ambiti, tra cui il Grand Prix de l’Académie du Disque, il Deutsche Schallplattenpreis, il Gramophone Award (tre volte) e il Diapason d’or (tre volte). L’ensemble ha iniziato la sua attività con un repertorio comprendente la musica madrigalistica da Marenzio a Monteverdi, per poi giungere anche all’esecuzione di musiche strumentali barocche arrivando a Bach e a Vivaldi. Analogamente il gruppo si andato ampliando aggiungendo diversi strumentisti ai cantanti del gruppo originario.

Martedì 28 febbraio, Teatro Comunale, Corso Martiri della Libertà, 5, Ferrara, 20.30, info: www.teatrocomunaleferrara.it