L’Amor Mio Non Muore: la missione romantica della prima label che registra solo in analogico

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Il primo disco registrato e prodotto è Portobello dei Supermarket, una sorta di viaggio fra l’Africa e New Orleans, fra le balere dell’alta valle del Savio e il Sud America, dove il jazz più muscolare si mescola alla samba e ai ritmi esotici, alla musica polare e agli standard americani. Poi è arrivato Ho perso la testa, l’ultimo singolo del cantautore forlivese Giacomo Toni, uscito su un 45 giri che contiene anche il b side Codone lo sbirro. Ora il progetto più ambizioso: il nuovo disco di Vince Valicelli, in fase di registrazione sotto la direzione artistica di Antonio Gramentieri. La particolarità di queste produzioni? È la registrazione, completamente in analogico, per un’operazione che – come suggerisce il nome stesso – è qualcosa di coraggioso, e a dir poco romantico. Stiamo parlando de L’Amor Mio Non Muore, piccola label indipendente nata poco più di un anno fa a Forlì da un’idea dei musicisti romagnoli Roberto Villa (bassista e contrabbassista particolarmente apprezzato in ambito indie-jazz) e Alberto Bazzoli, tastierista e pianista, in collaborazione con Cristian Fanti, voce dei Collettivo Ginsberg. I dischi non si vendono più? Loro, per contro, hanno deciso di fare un passo indietro e rispolvera vinili, ‘cartoline che cantano’ e bobine magnetiche. E di incidere musica senza l’uso di alcuno strumento digitale, in un piccolo studio fornito di numerosi registratori a nastro, strumentazione vintage e altre affascinanti diavolerie. Il progetto è stato selezionato fra i sedici finalisti dell’ultima edizione del premio IncrediBOL!, assegnato a dicembre scorso dal dalla Regione Emilia Romagna alle startup più innovative in ambito artistico e creativo. Ce ne parla Roberto Villa.

Come funziona la realizzazione di un disco?
L’incisione avviene esclusivamente con un registratore multitraccia a otto canali. Alcuni anni fa a Londra incisi con Stiv Cantarelli & the Silent Strangers in uno studio simile: sono rimasto così colpito da questo modo di operare, che l’ho voluto sperimentare di persona.

Operazione nostalgica?
Operazione folle, ma finora ci ha dato ragione. Ci siamo ritagliati uno spazio in una nicchia di mercato in cui la richiesta è ancora alta. Siamo l’unica realtà in Italia a operare con un metodo di lavoro degli anni Sessanta. Esistono altri studi ibridi, che utilizzano in parte la nostra strumentazione, ma nessuno in modo così radicale. E con una proposta che ha un impatto sonoro unico.

Non fate alcun ricorso a tecnologie digitali?
Non abbiamo computer in regia, si esce dal nostro studio con la pizza sotto braccio.

Avete perfino la cartolina che canta: dove trovate questi supporti ormai dimenticati?
Abbiamo un circuito di aziende italiane che ancora lavorano nel settore, da cui ci riforniamo. La cartolina, in particolare, viene distribuita come gadget o con in allegato un codice download per scaricare l’intero album in formato audio o mp3.Per alcune produzione che ne richiedono il sound, abbiamo rispolverato anche le musicassette.

Dove siete distribuiti?
In network di negozi di dischi convenzionati nel Centro-Nord, da Treviso fino a Firenze e Roma. A Bologna siamo al Disco D’Oro e da Semm Music Store, poi ci potete trovare alla Casa del Disco di Faenza e in altri punti vendita tra Forlì e Cesena.

Quante sono le produzioni L’Amor Mio Non Muore?
Dopo ‘Portobello’ dei Supermarket e il doppio singolo di Giacomo Toni a fine anno abbiamo inciso una cartolina ‘natalizia’ dei Benny and the Cat, band capitanata da Marco Pretolani, sassofonista dei Good Fellas. Ora stiamo lavorando in collaborazione con Strade Blu Factory, sotto l’attenta produzione artistica di ‘Don’ Antonio, al nuovo disco di Vince Valicelli, uno dei batteristi più apprezzati del blues italiano.