“The Post”, il giornalismo di ieri e di oggi

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The post di Steven Spielberg porta sul grande schermo la scelta che ha di fatto trasformato il piccolo giornale americano a conduzione familiare in un grande quotidiano, ancora oggi tra i primi nella classifica delle testate statunitensi, facendo riflettere anche lo spettatore contemporaneo sull’importanza della libertà di stampa e di espressione.

In generale, la pellicola manca di vera e propria azione. Tutto ruota attorno ad una scelta: pubblicare o meno le scandalose notizie a proposito della guerra in Vietnam reperite in documenti secretati da ben quattro presidenze. Mentre infatti il segretario della Difesa continua a parlare di progresso e successo, le carte testimoniano i passaggi disastrosi della guerra, nonché le mosse azzardate ed errate del governo americano. In questo contesto, protagonisti della vicenda sono l’editrice del quotidiano Katharine Graham (Maryl Streep) e il direttore Ben Bradlee (Tom Hanks) che insieme danno vita a una battaglia all’insegna della libertà di stampa.

Tutta la vicenda si potrebbe dividere in tre macrosequenze: nella prima la redazione, dopo aver letto l’articolo pubblicato dal suo acerrimo rivale New York Times, si mette alla ricerca di dati per poter pubblicare il prima possibile un’inchiesta approfondita sull’argomento; nella seconda parte, una volta raccolta la documentazione, si discute sulle conseguenze a cui il giornale andrà incontro in caso di pubblicazione, chiedendosi se quest’ultima sia davvero necessaria; nella terza il giornale viene portato in Tribunale e vince la causa.

L’intera pellicola ruota principalmente attorno a due tematiche centrali: da un lato il ruolo, l’importanza della stampa e la responsabilità del giornalismo e dall’altro lato le difficoltà della leadership femminile negli anni Settanta.

Per quanto riguarda la prima tematica, in The post emerge la stereotipata immagine del giornalismo, che per molti aspetti vale ancora oggi: da un lato continuamente alla ricerca dello scoop per evitare di “fare buco” ed essere preceduto dalle altre testate, dall’altro preoccupato di approfondire la responsabilità etica e morale che spetta alla stampa e al lavoro dei giornalisti. Questo secondo punto riguarda un sentimento più tipicamente “americano”: la stampa diviene una sorta di eroina che ha il dovere di mostrare la realtà ai cittadini, continuamente messi all’oscuro dalla politica e dai poteri regnanti. La stampa deve dunque essere libera di pubblicare e di parlare alla gente con chiarezza e trasparenza, non deve curarsi degli affari dei potenti e non deve temere la loro influenza, anche quando si tratta di delicati affari di Stato che potrebbero mettere in crisi un intero Paese.

La seconda tematica è invece più femminile, o femminista: Maryl Streep rappresenta l’immagine di donna che si trova a ricoprire un ruolo di comando non per suo volere e che, tra difficoltà e pregiudizi, deve riuscire ad affermare la propria autorevolezza. L’apparente non adeguatezza della sua persona spicca nelle scene di riunione del consiglio della testata in cui lei è l’unica donna del gruppo, incapace di imporsi e che si aggrappa ai consigli e alla guida di un fedele amico. Un’immagine di donna debole dunque, a prima vista non adatta, che però si rivela poi improvvisamente forte, in grado di prendere in mano la situazione e di compiere una scelta che nessuno le consiglia e che si concretizza nell’affermazione “Ti sto chiedendo un consiglio Bob, non il permesso”. Questa “forza pubblica” non esclude però una sensibilità che si esprime nel privato, nel dichiarare di non aver mai voluto il potere, di esserselo trovato improvvisamente fra le mani e di temerne le conseguenze.

Ecco così che Spielberg porta sul grande schermo un pezzo di storia, rendendola allo stesso tempo epica e contemporanea, celebrando il passato e le scelte compiute ma anche spingendo lo spettatore a compiere una riflessione sulla situazione politica, sociale e culturale dei giorni nostri.

Il film sarà proiettato presso il Cinema Teatro Jolly (Castel San Pietro, dal 9 al 12 marzo) e presso la Sala San Luigi (Forlì, 10 11 e 19 marzo).