Furoshiki, eco style e riciclo creativo

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Il Giappone, ospite d’onore nella seconda edizione del Festival del Tè, tenutosi lo scorso febbraio a Bologna nella preziosa cornice di Palazzo Pini Pallavicini, ha saputo trasmetterci la sua essenza tesa al green coinvolgendoci nelle sue tradizioni e pratiche di uso quotidiano.

Una di queste è il Furoshiki e ce ne parla Chiara Bottelli, maestra esperta  della particolare e antica tecnica di imballaggio giapponese.

«Il Furoshiki è una vera e propria arte e rientra a pieno titolo nell’ambito della green economy. La parola, di derivazione giapponese, significa “il telo che serve per portare i vestiti al furò – ossia al bagno serale -. E’ un telo di stoffa che anticamente veniva usato per trasportare i vestiti puliti quando si  andava a fare le abluzioni nel bagno pubblico. In sostanza non è niente di diverso dal fagottino che tutt’oggi si usa anche nelle nostre campagne per trasportare l’occorrente di cui si ha bisogno».

Come hai scoperto il furoshiki e perchè può definirsi “green”? «Occupandomi di lingua e cultura giapponese mi sono appassionata al Giappone viaggiandolo estesamente e soprattutto all’artigianato, in particolare all’artigianato tessile. Ho vissuto a Tokio dove ho avuto la possibilità di apprendere l’arte del furoshiki nel periodo in cui era particolarmente in voga questa tecnica di confezionamento utilizzata al fine di eliminare gli sprechi di sacchetti di plastica e di imballaggi superflui. Si, è una tecnica in pieno eco style, già nel 2006 l’allora Ministro dell’ambiente Yurike Koike – attualmente Governatrice di Tokio ed ambientalista convinta – aveva lanciato una campagna per cercare di eliminare o comunque contenere gli sprechi derivanti dagli imballaggi di carta e plastica, riportando in auge questa antica tecnica dell’utilizzo del quadrato di stoffa che, oltre ad essere pratico ed elegante, per sua natura può essere riciclato, perchè si lava e si stira, e riutilizzato in varie situazioni. Diventando una pratica così diffusa tanto che gli stilisti si dedicarono alla creazione di nuovi quadrati. Attualmente ce ne sono di tutte le forme e fogge. In Italia quest’arte ha avuto particolare successo proprio per questa sua versatilità e praticità; se noi teniamo un quadrato di stoffa dentro la borsa, lo possiamo tirare fuori all’occorrenza ed avvolgere la nostra spesa senza rinunciare ad un tocco di eleganza».

Incredibile, un insospettabile quadrato di stoffa che all’occorrenza si trasforma in preziosa  risorsa. « Esattamente, un quadrato di stoffa che si può riciclare e che al bisogno può essere usato per confezionare vari tipi di oggetti e per creare borse leggere, comode e pratiche. Col tempo, questa pratica ha poi dato vita ad un complesso ed articolato sistema di imballaggi, per cui non è stato più semplicemente il fagottino ma è diventato il modo di annodare borse, imballare oggetti, sia da trasportare che da consegnare anche come regalo confezionandoli in modo elegante ».

Il furoshiki è una vera e propria arte, corrisponde ad una tecnica di piegatura e annodamento dei tessuti che segue schemi ben precisi. «Si, il furoshiki, segue tecniche ben precise di piegatura e legatura dei tessuti che si tramandano di generazione in generazione e che mutano a seconda dell’oggetto da imballare o trasportare. Anche nella scelta del tessuto si seguono delle regole – prosegue Chiara – si userà la seta per confezionare un regalo e il cotone per avvolgere un oggetto di uso quotidiano, anche nella scelta delle stampe e delle sfumature in ogni caso si cercherà di assecondare la natura ed i suoi colori; sta quindi alla sensibilità di chi usa questo oggetto o di chi lo riceve, usare i colori della natura e della stagione in abbinamento, ad esempio, in primavera useremo dei colori più tenui come il rosa dei fiori di ciliegio, mentre in autunno opteremo per il rosso, il giallo o l’arancio delle foglie d’acero».

Che dire, un’arte che asseconda e rinvigorisce il nostro essere green che con l’arrivo della primavera e l’approssimarsi dell’estate avverte l’esigenza di alleggerire l’abbigliamento e di ridare colore al proprio guardaroba evitando così gli sprechi. Un quadrato di stoffa sempre pronto all’uso con un tocco di eleganza e originalità.

                                                 di Lara Congiu