Un classico per la Giornata Mondiale del Libro

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Qualche giorno fa stavo sistemando la libreria della mia camera e, eternamente indecisa se ordinare i volumi per autore, genere o casa editrice, mi è capitato tra le mani Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Ricordo ancora quando l’ho letto la prima volta: ero alle superiori, la nostra professoressa ce lo aveva assegnato presentandocelo come uno straordinario esercizio di stile. Ero andata a comprarlo in libreria e penso di essermelo finito in un giorno o quasi. L’ho adorato al punto da inserirlo immediatamente tra le mie letture preferite.

L’UNESCO ha proclamato il 23 aprileGiornata mondiale del libro e del diritto d’autore”. In vista di questa imminente occasione, ho pensato che non potesse esistere modo migliore di omaggiare questo giorno che ripescando un vecchio successo che molto ha da raccontare sulle forme della narrazione.

Per chi non lo avesse mai letto, protagonisti di Se una notte d’inverno un viaggiatore sono un Lettore e una Lettrice: entrambi hanno acquistato il nuovo libro di Calvino e hanno cominciato a leggerlo fino a quando non si sono resi conto che si era verificato un errore di stampa e le stesse prime 17 pagine erano state ripetute per tutto il resto del volume. I due si incontrano nella libreria dove entrambi hanno reclamato una copia del libro non difettosa e qui scoprono che in realtà l’incipit che li ha appassionati appartiene a un altro libro di un altro autore diverso da Italo Calvino. La ricerca di questo libro, della sua continuazione e del suo finale porta i protagonisti a spostarsi dalla libreria a uno studio di un professore universitario, da un gruppo di lettura a una casa editrice, da un rifugio di uno scrittore a una biblioteca. Il risultato è che i due protagonisti, e con loro il lettore, si ritrovano a leggere e ad appassionarsi a dieci incipit diversi e tutti senza una fine.

Un incredibile gioco di stile aveva giustamente detto la mia professoressa: un libro che scardina completamente l’idea di sicurezza che normalmente fornisce la letteratura con la costruzione di un mondo chiuso, comprensibile e governabile. Qui il lettore non viene affatto rassicurato. Anzi, il continuo sentirsi chiamato in causa con un “tu” quasi assillante non fa che rendergli la lettura sempre più smaniosa di ricevere delle soluzioni che sembra destinato a non ricevere.

Non svelerò il finale. In realtà per omaggiare questa Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore 2018 è già più che sufficiente l’incipit del romanzo.

Sei passato in libreria e hai comprato il volume. Hai fatto bene. Già nella vetrina della libreria hai individuato la copertina col titolo che cercavi. Seguendo questa traccia visiva ti sei fatto largo nel negozio attraverso il fitto sbarramento dei Libri Che Non Hai letto che ti guardavano accigliati dai banchi e dagli scaffali cercando d’intimidirti. Ma tu sai che non devi lasciarti mettere in soggezione, che tra loro s’estendono per ettari ed ettari i Libri Che Puoi Fare A Meno Di Leggere, i Libri Fatti Per Altri Usi Che La Lettura, i Libri Già Letti Senza Nemmeno Bisogno D’Aprirli In Quanto Appartenenti Alla Categoria Del Già Letto Prima Ancora D’Essere Stato Scritto. E così superi la prima cinta dei baluardi e ti piomba addosso la fanteria dei Libri Che Se Tu Avessi Più Vite Da Vivere Certamente Anche Questi Li Leggeresti Volentieri Ma Purtroppo I Giorni Che Hai Da Vìvere Sono Quelli Che Sono. Con rapida mossa li scavalchi e ti porti in mezzo alle falangi dei Libri Che Hai Intenzione Di Leggere Ma Prima Ne Dovresti Leggere Degli Altri, dei Libri Troppo Cari Che Potresti Aspettare A Comprarli Quando Saranno Rivenduti A Metà Prezzo, dei Libri Idem Come Sopra Quando Verranno Ristampati Nei Tascabili, dei Libri Che Potresti Domandare A Qualcuno Se Te Li Presta, dei Libri Che Tutti Hanno Letto Dunque È Quasi Come Se Li Avessi Letti Anche Tu. Sventando questi assalti, ti porti sotto le torri del fortilizio, dove fanno resistenza i Libri Che Da Tanto Tempo Hai in Programma Di Leggere, i Libri Che Da Anni Cercavi Senza Trovarli, i Libri Che Riguardano Qualcosa Di Cui Ti Occupi In Questo Momento, i Libri Che Vuoi Avere Per Tenerli A Portata Di Mano In Ogni Evenienza, i Libri Che Potresti Mettere Da Parte Per Leggerli Magari Quest’Estate, i Libri Che Ti Mancano Per Affiancarli Ad Altri Libri Nel Tuo Scaffale, i Libri Che Ti Ispirano Una Curiosità Improvvisa, Frenetica E Non Chiaramente Giustificabile. Ecco che ti è stato possibile ridurre il numero illimitato di forze in campo a un insieme certo molto grande ma comunque calcolabile in un numero finito, anche se questo relativo sollievo ti viene insidiato dalle imboscate dei Libri Letti Tanto Tempo Fa Che Sarebbe Ora Di Rileggerli e dei Libri Che Hai Sempre Fatto Finta D’Averli Letti Mentre Sarebbe Ora Ti Decidessi A Leggerli Davvero.

Un meraviglioso elenco della spesa. In un semplice elenco di tipi astratti di libro, Calvino è riuscito a raccogliere tutti i libri di questo mondo, quelli del passato, del presente e del futuro perché nelle sue categorie rientrano tutti i libri a cui ciascun lettore leggendo questo pezzo sta pensando in questo momento.

A questo segue una descrizione nella quale risulta impossibile non immedesimarsi: la gioia dell’acquisto, il piacere che si prova ad avere in mano un nuovo oggetto, la lettura del retro che accende sempre di più la curiosità fino a quando finalmente – dopo aver tanto rimandato per una cosa o per un’altra – si riesce a mettersi comodi e a godersi la storia che qualcuno ha deciso di raccontare. Mi sembra quasi di vedermi, mentre sfoglio un catalogo e scelgo con accuratezza i libri che voglio acquistare per poi perdere comunque un tempo interminabile in libreria e tornare a casa con il doppio dei volumi che mi ero preventivata. Perché anche io, come il Lettore di Calvino, vengo avviluppata da una serie infinita di titoli e copertine che cercano di attirarmi a sé. Infine, la gioia nello strappare via quella pellicola trasparente che li ricopre, nell’aprirli al centro e affondarci il naso per aspirarne l’odore di nuovo, che sa di carta, di inchiostro e di qualcos’altro che non ha un nome ma che rende inspiegabilmente felici. Non credo di essere l’unica pazza che può dire di aver provato questa esperienza.

Un’esperienza che non si vive solo in libreria e con un libro cartaceo, ma che si può tranquillamente trasporre anche al digitale, seppure con qualche lieve modifica. Immaginatevi mentre sul vostro computer sfogliate una serie infinita di titoli di ebook, tutti molto poco costosi rispetto al corrispondete cartaceo tanto che sicuramente finirete per comprarne – anche in questo caso – molti di più di quelli che avevate selezionato in precedenza. Immaginate la gioia provata nel cliccare su quel tasto download che sancisce la fine dell’acquisto e il vostro possesso su quell’oggetto che sembra immateriale ma che desiderate fare vostro quanto un oggetto fisico. E poi lo aprite e cominciate la lettura. E allora non importa se è di carta o digitale, anche se certo forse quell’odore di cui parlavo prima vi manca, ma sono le parole che vi stregano. Perché, alla fine, chi ama i libri ama prima di tutto le parole.

Il libro di Calvino non parla dunque solamente dei libri passati, presenti e futuri, ma anche dei loro lettori. Bisognerebbe forse istituire anche una festa per loro: per coloro che ancora oggi, nell’epoca delle immagini, provano l’estremo piacere di innamorarsi ogni volta di parole diverse.