“The Breadwinner”, la favola che sconfigge il terrore

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“C’era una volta, tanto tempo fa, in una terra lontana divisa tra due fuochi, un giovane coraggioso. Il suo nome era Sulayman..”. The Breadwinner di Nora Twomey potrebbe essere raccontato così, come una fiaba, la stessa che viene raccontata dalla protagonista Parvana per cercare di tranquillizzare il suo fratellino e se stessa.

Parvana è una bambina di 11 anni che cresce sotto il governo del Taliban, nell’Afghanistan del 2001. Prima di allora l’Ariana era una terra di pace e libertà, dove le persone vivevano felici e le donne avevano pari diritti degli uomini. Poi sono arrivate le guerre, il colpo di stato, le invasioni, la guerra civile. E, nel disperato tentativo di ristabilire l’ordine, la popolazione finisce per affidarsi alle persone sbagliate. Così, con una semplice fiaba, The Breadwinner racconta l’avvento dell’estremismo in Afghanistan e le dure imposizioni dettate dal governo: il coprifuoco, l’obbligo per le donne di indossare il velo, di non uscire se non accompagnate da un uomo e di condurre una vita ai margini, sposandosi e restando in casa. Perché è quello il loro posto.

“The Breadwinner” denuncia non solo la sottomissione della figura femminile, ma elogia anche il coraggio di un uomo che nonostante i tempi bui decide di seguire i suoi ideali, di dare un’istruzione alle sue figlie servendosi delle favole per insegnare loro a leggere e scrivere. Un coraggio che gli costerà caro e che lo condurrà dritto in prigione mentre sua moglie e le sue figlie si troveranno da sole a combattere contro la fame. Parvana diventerà allora l’uomo di casa, tagliandosi i capelli e travestendosi da maschio per potersi recare al mercato, lavorare e girare tranquillamente per la città.

La fiaba rappresenta il nucleo centrale di tutto il film: essa diventa simbolo di cultura, di trasmissione di valori, di insegnamento di vita, di memoria del passato, ma anche mezzo per sconfiggere le proprie paure. Sulayman è inseguito dalla paura per tutta la storia, finché davanti al grande elefante non riesce a raccontare la sua tragica sorte che addolcisce il cuore del mostro.  The Breadwinner insegna che non si è mai troppo grandi per le favole, che non si deve mai smettere di raccontare, di tramandare perché solo in questo modo si tiene vivo il ricordo, perché solo raccontando si possono scacciare via i demoni, sconfiggere le paure e affrontare la vita con coraggio.

“Innalza le tue parole, non la voce. È la pioggia che fa crescere i fiori, non il tuono”. Il film si chiude su questa metafora, che dipinge l’estremismo come un tuono che si impone, punisce e incute terrore, una forma di chiusa mentale, perseguito da uomini che hanno dimenticato come ci si rapporta tra esseri umani, facendo della violenza l’unico mezzo di comunicazione possibile. La fiaba invece, è come la pioggia che cadendo sulla terra alimenta il germoglio e fa nascere il frutto.

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