Al MAST la mostra dedicata a W. Eugene Smith

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Eugene Smith, Mill Man Loading Coiled Steel

La Fondazione MAST, in collaborazione con il Carnegie Museum of Art di Pittsburgh, presenta per la prima volta in Italia la mostra monografica dedicata al fotoreporter americano W. Eugene Smith.

L’esposizione, a cura di Urs Stahel, conta oltre 170 stampe vintage realizzate dall’artista a partire dal 1955 e rappresentano un ritratto di Pittsburgh – all’epoca la principale città industriale del mondo – e dell’America degli anni Cinquanta tra luci, ombre e promesse di felicità e progresso.

Smith, talento sin da giovanissimo, raggiunge la fama come inviato di Life documentando i principali avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale e con Spanish Village – reportage su una città spagnola sotto il regime di Franco. Nel 1956 entra nell’agenzia Magnum e nel 1957 ne diventa membro a pieno titolo.
Il progetto, frutto del lavoro di Smith come fotografo indipendente per una pubblicazione celebrativa sul bicentenario della città, rappresenta la Pittsburgh nel pieno del boom economico grazie alla crescita dell’industria siderurgica e in particolare delle acciaierie, che garantivano lavoro e attiravano operai da tutto il mondo. È la città dell’acciaio, dei volti dei lavoratori, delle strade fumose e dei paesaggi color carbone. È la città delle contraddizioni sociali che prende vita e della quale Smith cerca di immortalare l’anima, senza perdersi niente, al fine di trovarne l’assoluto, diventando quasi un’ossessione.

«Saprebbero queste fotografie, lette senza parole, saprebbero suscitare il ricordo della vostra esperienza di vita a Pittsburgh, corroborarla? Oppure vi sembrerebbe di osservare un’esperienza estranea (…) Ditemi – desidero sapere, devo sapere – ho forse imposto con la forza tanta individualità in questa dichiarazione, o poesia, di per sé estremamente individuale, al punto di perdere tantissime altre individualità, in quello che in fondo dovrà rivelarsi uno sforzo di comunicare un distillato della mia esperienza di questa città?». W. Eugene Smith a Fran Erzen e Leon Miller

È proprio la ricerca di questa perfezione, dei contrasti di una città così nuova e dell’essenza stessa della vita umana che impegnarono Smith per anni anziché per pochi mesi, trasformando così un semplice incarico in un’impressa infinita, tant’è che portarono lo stesso Smith ad affermare: «Penso che il problema principale sia che non c’è fine ad un soggetto come Pittsburgh e non ci sia modo di portarlo a compimento».

fino al 16 settembre, W. EUGENE SMITH: PITTSBURGH RITRATTO DI UNA CITTÀ INDUSTRIALE, Bologna, MAST, via Speranza 42
Ingresso gratuito, Apertura: mar-dom 10-19 – Info: mast.org