I molti Scenari del terzo millennio

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Brevi note su una grande impresa.

«Dal 1987 a oggi il Premio Scenario scommette sulla creatività giovanile, la va a scoprire, la stimola e la sostiene, spinge giovani artisti al di sotto dei 35 anni a mettersi insieme, a inventare progetti, a tradurre le proprie visioni in proposte sceniche. All’indomani del trentesimo anniversario del Premio, il volume indaga la molteplicità di vocazioni e sperimentazioni che hanno alimentato la scena giovanile contemporanea, concentrandosi in particolare sul terzo millennio. Visto attraverso l’osservatorio di Scenario, lo snodo degli anni Duemila rivela tratti del tutto peculiari, che proprio gli artisti e le compagnie emerse dal premio hanno contribuito a rivelare e interpretare. La prima parte del volume è affidata agli sguardi degli studiosi, dedicati ai diversi ambiti disciplinari che hanno trovato in Scenario un ambiente straordinariamente inclusivo. Dopo un focus su Emma Dante, che inaugura il nuovo millennio di Scenario vincendo l’edizione 2001, studi specifici riguardano il rapporto con la realtà e le nuove prospettive del politico, la scrittura drammaturgica in epoca di superamento dei codici del dramma, il lavoro degli artisti fra performatività e performance, i nuovi scenari della produzione artistica per il giovane pubblico. Un ricordo è dedicato a Matteo Latino, premiato nel 2011 e prematuramente scomparso. La seconda parte raccoglie i risultati delle indagini statistiche sui partecipanti dal 2006 al 2017: un lavoro sistematico di ricognizione sulle nuove generazioni teatrali e sulle nuove tendenze del teatro emergente in Italia. Completano il volume un percorso di immagini fotografiche e una raccolta di materiali relativi ai progetti finalisti e premiati dal 2001 al 2017. In conclusione, l’elenco dei premiati nei trent’anni di vita del Premio, dal 1987 al 2017. È accessibile infine, attraverso QR Code, il video Scenario Live, frammenti di visioni sui lavori degli artisti vincitori e segnalati nel terzo millennio di Scenario»: il retro di copertina del poderoso volume curato con scientifica passione dalla storica del teatro Cristina Valenti può essere utile, soprattutto al lettore meno avvezzo ai fatti della società teatrale italiana, per orientarsi tra obiettivi e azioni di questa preziosa pubblicazione e del visionario progetto a cui essa è dedicata.

E proprio a tale lettore, estraneo ma curioso, sono dedicate queste righe, scritte nella maniera più aperta possibile e che intendono mantenere, per cercare di non risultare eccessivamente respingenti, il carattere della brevità.

Tra le molte strade utili a introdurre una siffatta impresa a non addetti ai lavori può essere forse non inutile soffermarsi su due aspetti peculiari di questo volume e del relativo progetto culturale: la moltitudine di umani (affioranti fra le pagine) e la faccenda, forse non del tutto scontata, del perché una storica / accademica decida di occuparsi dell’oggi e, nomen omen, degli anni a venire.

Moltitudine: sono davvero tanti i progetti scenici, le visioni e i (giovani) volti che in questi tre decenni et ultra hanno trovato spazio e visibilità, incitamento e vigore (grazie) al Premio Scenario. Il volume li nomina e racconta, e un manipolo di autorevoli studiosi (per lo più di area bolognese) ne analizza segni, stilemi e lingue di scena, talora con affondi monografici talora con letture trasversali e sinottiche. Il lettore ignaro di chi e cosa si stia parlando crediamo possa comunque ricevere concretamente il senso di un’operosa, proteiforme, nutrita schiera intenta a costruire azioni poetiche e politiche, in un indissolubile connubio fra etica ed estetica che -vivaddio in forme affatto diverse- permea ciascuno degli artisti incoraggiati dal Premio.

Una realtà certo complessa e non priva di contraddizioni, quella presentata, ma certo ben distante dal cliché del mondo del teatro come regno di étoile (o star, per dirla all’inglese) circondate da anonimi assistenti: «La verità non sta in un solo sogno, ma in molti sogni» pare affermare, pasolinianamente, questa appassionata ricognizione.

Scenari del terzo millennio può forse essere inteso (proprio grazie al rigore analitico, finanche scientificamente statistico, che sottende al piano generale dell’opera) un ulteriore accompagnamento storico-critico-editoriale a generazioni di fautori di un’arte, quale è quella performativa, che fa dell’impermanenza la propria caratteristica intrinseca e ineludibile.

La questione, qui solo nominata, della temporalità porta ad affacciarsi (rispettando la promessa di brevità fatta poche righe or sono) su una questione a suo modo non banale: perché una storica decide di occuparsi non unicamente di passato ma, appunto, di presente e futuro.

Una possibile risposta risiede, forse, nella biografia della curatrice: Cristina Valenti è professore associato di Discipline dello spettacolo presso l’Università di Bologna. Proveniente da studi di carattere storico e filologico (il suo volume Comici artigiani ha vinto il Premio Pirandello per la saggistica teatrale), negli ultimi anni ha rivolto la sua principale attenzione al teatro contemporaneo d’innovazione, al quale si è dedicata sia sul piano della produzione scientifica sia su quello della curatela. I suoi interessi attuali riguardano il teatro di impegno sociale e civile, il Nuovo Teatro e la ricerca delle giovani generazioni. È presidente del Premio Scenario, consulente scientifico del Coordinamento Teatro Carcere Emilia Romagna e curatrice dell’Archivio Leo de Berardinis e dell’Archivio digitale della Compagnia della Fortezza. Fra i volumi pubblicati figurano studi monografici dedicati al Living Theatre e ad artisti ed esperienze teatrali contemporanee (sempre pensando ai non addetti ai lavori: Leo de Berardinis, Compagnia della Fortezza e Living Theatre sono persone che, in modi e tempi diversi hanno, letteralmente, fatto la rivoluzione).

Con attitudine che una volta si sarebbe definita militante, Cristina Valenti si pone da «storica immediata del reale» ad analizzare con appassionato rigore ciò che di più vitale, vivace, interessante il panorama nazionale propone e, fatto ancor più eccezionale, ad alimentare con infaticabile tenacia tale vivezza.

Si tratta, in tutta evidenza, di una pratica di fare cultura molto lontana dall’idea di intellettuale chiuso (chiusa) in uno studio zeppo di pile di libri, posti quasi a far da schermo fra sé e il mondo.

Teatro-mondo.

Dire grazie, almeno.

 

MICHELE PASCARELLA

 

Scenari del terzo millennio. L’osservatorio del Premio Scenario sul giovane teatro, a cura di Cristina Valenti, Corazzano (Pisa), Titivillus, 2018, p. 344, € 18, ISBN: 978-88-7218-440-0