“I DIARI DELLA TAUNUS” di SAM PAGLIA

0
757

Si potrebbe pensare che chi fa musica, scegliendola pure come professione, per esprimere sé stesso abbia ‘solo’ le note. Di solito è così, infatti; ma poi ti trovi sul palco un Sam Paglia, per esempio, capace di sorprendere usando le parole, e ne vien fuori comunque una piacevole seratina.

Terza trasformazione quindi per il figlio di Cesenatico Samuele Pagliarani: da valente disegnatore e cartoonist a Londra, ad apprezzato organista jazz-Hammond senza confini artistici e geografici, ora autore d’un libro vero per Pluriversum editore di Ferrara.

Presentato a S.Carlo di Cesena lo scorso 1 febbraio,“I diari della Taunus–appunti all’imbrunire” è un piacevole 120 pagine che racconta la vita giramondo da libero professionista creativo. Con freschezza ed efficacia stralunate tanto quanto basta (anzi, spesso venate di concreta saggezza), l’autore condivide col lettore le riflessioni, i pensieri, le emozioni dei momenti di relax tra concerti, prove, registrazioni… E il luogo più adatto, quello che conserva meglio i segreti, diventa l’abitacolo della fidata Ford nel titolo!

Da tempo, per me -spiega Samuele- la scrittura ha la forza terapeutica di liberarsi dalle scorie; è un modo di chiudere una fase della vita nella speranza che se ne apra un’altra. Faccio un lavoro che dev’essere continuamente inventato, non è tutto divertimento tra viaggi anche scomodi, materiale da portare, orari scombinati e la quotidianità della famiglia. Un misto di gioia e avvilimento che poi però si supera.”

Insomma il destino del creativo che, ogni volta nell’offrire sé stesso, rinasce davanti al pubblico. Poi sapere che hai inciso 13 album venduti davvero in tutto il mondo, firmato una dozzina di colonne sonore, composto brani per diverse pubblicità e serie TV -tra cui perfino “The sex and the city”-, inventato da capo un apprezzato spettacolo teatrale, creato sonorità che han fatto ‘scuola’, collaborato con artisti di gran calibro, beh, non sempre condiziona l’ascolto. Qui forse si dovrebbe parlare dell’atteggiamento un po’ incosciente di chi frequenta la musica ‘consumandola’ come merce qualsiasi invece di lasciarsela vibrare dentro ed imparare ad apprezzarla conoscendo chi sta lì a donarla, ma sarebbe un altro discorso.

Forse non è un caso che, per questa prima presentazione, Pagliarani abbia scelto un posto dove, tra l’altro, si studia musica. “Le Cantine di Villa Nellcòte” è un attivo circolo ARCI aperto da quasi due anni dai fratelli Mirko ed Erika Paolucci, che hanno voluto realizzare pure delle stanze insonorizzate dove diversi musicisti ben conosciuti coltivano allievi. Il nome è quello della Villa affittata da Keith Richards in Costa Azzurra nelle cui cantine -appunto- gli Stones tornarono più e più volte a registrare…

Chi ha letto il libro, non romagnolo -riprende ‘Paglia’- ha detto che dentro c’è tutta la nostra natura, perchè siamo capaci di scherzare ma fare anche male, tra allegria e malinconia, creatività e libertà. Credo non ci sia cosa peggiore di dire ‘non ci ho provato’, in tutte le cose della vita: abbiamo l’obbligo di renderci felici!” Certo la musica questo potere, secondo l’autore, ce l’ha: lo racconta nel testo e lo si capisce pure dalla copertina, pensata con un ‘lato A’ ed un ‘lato B’, proprio come un vinile d’epoca. Davanti, l’aspetto umano, la foto di Sam da tranquillo signore seduto in panchina; dietro la magìa, in un suo disegno con lui che suona l’Hammond, entrambi in volo. E noi, tutti insieme, a levitare.

Monica Andreucci