La mano, il colore, la libertà. 3 maestri per 3 domande. Intervista a Fiorenza Pancino

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Fiorenza Pancino © Chiara Casanova

Domenica 14 aprile alle ore 18 presso la Galleria Comunale D’Arte Faenza si terrà il finissage e la presentazione del catalogo della mostra La buttero’ sul surreale di Fiorenza Pancino a cura di Irene Biolchini. A seguire, l’intervista fra la curatrice e l’artista.

Miró diceva che disegnando una stella mille volte arrivava a svuotare la mente fino a che la stella non si disegnava da sola. Quanto hai lasciato la mano libera nella preparazione di questa mostra?

La mia mano segue il flusso, non ubbidisce alla testa, anche se tutto parte da lì, sempre.
Molte delle opere di questa mostra sono un lavoro sull’inconscio, era questa la mia intenzione.
Ho ascoltato la musica che amo, Nada, Paolo Conte e Ravel tra gli altri, volevo lavorare in modo netto sul colore e quindi ho cercato e letto tutto quello potevo sul tema del nero, rosso, bianco, verde, giallo, rosa, grigio e turchese (consultando sempre la mia “bibbia “: Il dizionario dei simboli).Ho lasciato decantare il tutto è poi ho lavorato senza pensare, con gioia, come immagino facesse Miró, un vecchio bambino che si diverte, lasciando arrivare immagini e pensieri apparentemente senza logica, entrando nel “luogo dell’arte” , che amo così tanto. Ho seguito una forte, gioiosa e consapevole dissociazione.

Klein diceva di avere capito l’immensità del blu quando aveva visitato Assisi e visto la pittura di Giotto e il suo cielo trascendentale. Per te Giotto è stato un arcobaleno. Posso chiederti come è nato il lavoro e l’accostamento tra calcografie e colori sgargianti?

Il colore da sempre fa parte del mio immaginario, la mia parte veneta ce l’ha nella storia.
La scorsa estate con i miei uomini – figlio e marito – abbiamo fatto un breve viaggio a Padova. Le nostre tappe erano l’orto botanico e Cappella degli Scrovegni di Giotto.
Una folgorazione. Ero molto concentrata (dato anche il tempo di visita è limitato) ed estasiata.Il giudizio universale è poetico, surreale, grandioso, pieno di ogni colore, un opera che racconta molto dell’arte di Giotto.
Ho pensato ad un omaggio che fosse anche una traduzione in termini contemporanei e ho riguardato un libricino che avevo acquistato dopo la visita, con le 14 strepitose immagini dei 7 vizi (Stoltezza, Incostanza, Ira, Ingiustizia, Paganesimo o idolatria, Invidia e Disperazione) e delle 7 virtù (Prudenza, Fortezza, Temperanza, Giustizia, Carità, Speranza).Spegnendo la mente ho visto tutti i colori, e non so come ho associato questo approccio ad un esperimento di fisica legato alla teoria della luce di Isaac Newton – che fu fisico, teologo, matematico ed anche alchimista: tutti i colori, disposti in circolo e fatti ruotare velocemente restituiscono solo il bianco, meravigliosa sintesi.
Ho immaginato un grande pannello in cui poter mescolare una serie di formelle rettangolari diseguali, composte da tutti i colori dell’arcobaleno e le 14 immagini di Giotto riprodotte a decalcomania. Ho mescolato e disposto tutte le formelle, seguendo un apparente ordine casuale anche se io non credo al caso. Penso invece che tutto nella vita abbia un senso ed una logica, che però a noi imperfetti esseri umani appare sconosciuta e misteriosa.

Louise Bourgeois descrivendo la sua infanzia dice: ‘Fantasie, ma talvolta la fantasia è vissuto’. Posso chiederti dove inizia e dove finisce il vissuto nelle fantasie che presenti a Faenza?

La libertà penso sia un concetto importante per un artista, un’opera deve essere profondamente sincera per essere definita tale, quindi se ti conosci bene accedi liberamente, senza censura, al luogo della fantasia.In questo luogo io credo ci sia tutto: i tuoi ricordi, i pensieri , le emozioni, il tuo vissuto famigliare, il desiderio, la musica e gli artisti che ami, il cinema e letture che hai fatto, la natura con la sua bellezza, tutte le paure e le gioie della tua vita, il sogno e l’immaginazione.Non saprei dire dove inizia o finisce il mio vissuto, o quanto sia fantasia. So che non è importante che tu sia in grado di creare consapevolmente, l’importante è essere profondamente sinceri e liberi quando fai Arte.

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