Condannati alla Follia: Paola Paganelli al Museo Magi ‘900

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Nello spazio Open Box del Museo Magi’900 l’artista Paola Paganelli affronta il tema della follia, caro all’arte, dal punto di vista scomodo della denuncia di fatti lontani. Non l’esaltazione romantica dell’alienato, e neanche il crudo documentario, ma un racconto evocato, delicato e fragile che, non senza asprezze, si confronta con la verità, si inoltra nel dolore, nelle parole e nei gesti di chi si è sentito esiliato dal mondo, rinchiuso nel pregiudizio prima ancora che nella camicia di forza.

L’interpretazione dell’artista si esprime attraverso una serie di opere nelle quali materiali di recupero legati alla memoria e creazioni polimateriche in tessuto cucito e ricamato, ferro e legno si integrano con le parole originali, con le immagini e le riscritture di testimonianze reali; mentre fantocci strani, come bambole di pezza mal cucite, evocano disagio e compassione per corpi e anime tormentati e chiusi in una solitudine assordante.

L’idea è ridare visibilità alla condizione di sofferenza e solitudine dei tanti adulti e bambini che erano costretti a vita nelle strutture di detenzione psichiatrica, è nata dalla riflessione su indagini e testimonianze letterarie, e dal riaffiorare di alcune memorie personali, come l’artista stessa ci ricorda: “Le opere di questa mostra tentano di dare una rappresentazione, seppur immaginaria, di quel contesto di cui ancora troppo poco si sa e le cui atrocità tentiamo spesso di rimuovere. Una verità dura e difficile da accettare ma che dovrebbe essere conosciuta, comunicata, compresa. Lontano da me, ogni tentativo di dare giudizi sul passato, pur conoscendone gli aspetti a dir poco disumani, e tanto meno sul presente dei malati di mente di cui so pochissimo, ma di cui immagino le tante problematicità.
Il mio vuole essere soprattutto un lavoro sul ricordo di un momento buio della nostra storia abbastanza recente. Un lavoro sulla memoria di tantissime persone anonime, di vite svanite nel nulla, scarti della società, ai quali ho tentato di dare un minimo di dignità. Di questi sfortunati ho immaginato gli incubi, le paure, le speranze, i dolori, ma anche gli oggetti personali come gli abiti, le fotografie, le lettere, i documenti che conservavano in quei luoghi così ostili , lontani dalle loro case e dagli affetti più cari.”

L’intento è spingere il pubblico a una reazione emozionale, attraverso la quale riflettere sulla terribile condizione vissuta dai malati di mente. La mostra è a cura di Valeria Tassinari.

Fino al 3 Novembre
Pieve di Cento (BO), Museo Magi ‘900, via Rusticana A/1 Info 6 Orari: magi900.com