A Faenza una statua della libertà multietnica

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“Il suo piede destro” è il primo albo illustrato scritto dall’autore americano Dave Eggers e disegnato da Shawn Harris, musicista e artista californiano. E’ un libro emozionante che racconta ai bambini la storia e la simbologia nascosta dietro alla Statua della Libertà. Non solo. Dave Eggers svela anche un dettaglio denso di significati di questa statua-simbolo per eccellenza. Riguarda un particolare nascosto, ma molto importante: il suo piede destro. Tutti sanno che questa statua, raffigurante una giovane donna, indossa una lunga toga, in testa ha una corona e solleva nella mano destra una fiaccola, mentre nell’altra tiene un libro, ai piedi invece ci sono delle catene spezzate, ma pochissimi sono al corrente che il suo piede destro è sollevato dal piedistallo, e dunque si muove. Come se la gigantesca statua volesse andare da qualche parte. Ma dove?
Innanzitutto bisogna ricordare che la Statua della Libertà è statunitense di adozione, cioè è un’immigrata, perché è stata costruita in Francia ed è arrivata via mare in pezzi per poi essere rimontata a New York. Situata all’entrata del porto sul fiume Hudson al centro della baia di Manhattan, sulla rocciosa Liberty Island la Statua della Libertà è stata realizzata a Parigi dal scultore francese Frédéric Auguste Bartholdi con la collaborazione di Gustave Eiffel. Con i suoi 93 metri d’altezza (incluso il basamento) la statua risulta perfettamente visibile fino a 40 chilometri di distanza. Gli Stati Uniti d’America dovevano ancora compiere i loro primi cento anni quando un bel giorno i Francesi ebbero l’idea di regalargli, per il suo primo centenario, questa bella statua.
E di questa statua all’autore Dave Eggers interessano solo i piedi, soprattutto il piede destro che è sollevato dal piedistallo. Quel suo piede un po’ alzato ad accennare un passo avanti vuol dire movimento, azione e più di ogni altra cosa accoglienza. Se la Statua della Libertà è un simbolo di libertà dall’oppressione e di speranza, ovvio che non può star ferma a guardare quello che succede in mare aperto, deve andare incontro ad accogliere quegli immigrati che cercano di arrivare sano e salvo negli Stati Uniti. Dopotutto, lei stessa è un’immigrata di origini francesi, per cui è accogliente per sua natura. Insomma durante la sua storia la Statua della Libertà ha accolto milioni di persone da tutto il mondo e continuerà ad accoglierle, sempre andandogli incontro verso il mare.
Questo albo illustrato e il suo intenso racconto ha ispirato Roberto Papetti a dar vita a un progetto con Stefano Tedioli e Julie Wade, e infine ne è nata una statua vera a Faenza. La Statua della Libertà faentina è progettata con l’aiuto di Lucia Baldini ed è costruita con i bambini della classe III A della scuola primaria Pirazzini (Istituto Comprensivo Statale D. Matteucci di Faenza) insieme alle loro maestre Sara Stampa ed Elena Graziani.
Ne parliamo con l’ideatore del progetto “Il suo piede destro” Roberto Papetti, educatore-artista, un mastro giocattolaio.
Chi è Roberto Papetti?
«Sono un educatore in pensione e un costruttore di giocattoli di legno artigianali e artistici. Ho un laboratorio a Ravenna e ogni tanto vado alle scuole per la realizzazione dei laboratori creativi con bambini e per la formazione degli insegnanti.»
Com’è nata l’idea del progetto “Il suo piede destro”?
«Julie Wade, docente madrelingua che insegna la lingua inglese all’Università di Bologna, mi ha portato questo libro dell’autore americano Dave Eggers. Come l’ho letto mi è venuto l’idea di costruire delle statuette di libertà con bambini e discutere con loro sul significato della libertà e dell’accoglienza. Ho coinvolto anche il mio amico fotografo Stefano Tedioli e così abbiamo dato il via a questo progetto creativo.»

La scelta della scuola com’è stata fatta?
«Innanzitutto abbiamo diffuso l’idea di costruire delle statue di libertà tra gli insegnanti che conosciamo. Infine una scuola media di Ravenna e una classe terza della scuola elementare Pirazzini di Faenza hanno aderito al progetto. Tra l’altro questa classe è composta per la maggior parte da bambini provenienti da famiglie di immigrati. E’ una situazione che combacia perfettamente con il significato della statua raccontato nel libro. La Statua della Libertà è collocata su un’isola rivolta verso l’Oceano Atlantico con il piede destro che sta facendo un passo avanti verso il mare. E’ proprio questo il bello del libro, anche perché dall’Oceano arrivano negli Stati Uniti i migranti, le persone che scappano dalle zone di guerra, cioè i rifugi politici, gli asili politici, i perseguitati. La Statua della Libertà va incontro ad accogliere questa gente qui. Quindi nasce dalla statua l’idea di una cittadinanza aperta a tutto il mondo. Essa rappresenta anche libertà, fratellanza, amicizia e disponibilità verso gli altri. Poi il libro ci permetteva anche una manualità creativa, per esempio i bambini alla mano della statua che tiene la fiaccola hanno deciso di mettere un cono gelato, mentre nell’altra un pallone per dire “giochiamo insieme”.»

Il progetto quando è partito e in che modo si è sviluppato?
«Il laboratorio è partito in marzo 2019 ed è terminato una settimana dopo la chiusura delle scuole. Praticamente abbiamo organizzato diversi incontri nella scuola. Le insegnanti hanno letto il libro in classe, hanno discusso con i bambini il racconto e hanno approfondito il tema. Poi siamo andati noi in classe a fare dei laboratori. Ogni bambino ha disegnato la sua idea di statua della libertà. Dopo di che hanno scelto un solo disegno da costruire e così siamo passati dalla fase del laboratorio alla progettazione tridimensionale, cioè dall’immagine che è stato disegnato alla tridimensionalità per far capire che la statua è diversa dall’immagine bidimensionale. Quindi abbiamo fatto un laboratorio di creta e così ognuno ha fatto la sua statuina con la creta. In seguito siamo andati avanti con la costruzione della vera statua della libertà di cartapesta, quella di grande dimensione. Questo era un momento particolare perché i bambini hanno lavorato insieme giocando e si sono divertiti molto. Poi non avevamo potuto inaugurarlo durante l’anno scolastico perché la costruzione della statua era finita subito dopo la chiusura delle scuole, però d’estate abbiamo organizzato un’inaugurazione non ufficiale della statua alla libreria per ragazzi Mellops di Faenza. Anche lì abbiamo fatto un laboratorio e la lettura del libro.»

Adesso questa statua costruita dai bambini dove si trova?
«Alla Scuola Pirazzini. Prima è stata per un po’ nella Galleria della Molinella nell’ambito del Festival Internazionale di Teatro Mauerspringer. Poi la statua è stata esposta al Salone delle Bandiere del Comune di Faenza come ospite della mostra elaborata dagli alunni dell’I.C. Matteucci, relativa al progetto “C’è un mondo da scrivere” sul tema della scrittura. L’inaugurazione della statua è stata fatta venerdì 25 ottobre con la partecipazione del sindaco Giovanni Malpezzi, della consigliera regionale Manuela Rontini e di Nicoletta, libreria Mellops. La statua dei bambini è rimasta lì fino alla fine dell’ottobre.»

Birgül Göker