I LEGNANESI RITORNANO CON ‘NON CI RESTA CHE RIDERE’

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Dopo il successo di pubblico di “70 voglia di ridere c’è”, lo spettacolo che ha celebrato i 70 anni della compagnia, I Legnanesi ritornano con ‘Non ci resta che ridere, l’esilarante commedia come sempre en travesti, in scena al Teatro Duse sino a domenica 8 dicembre 2019 (alle ore 16).

Lo storico gruppo teatrale quest’anno ha festeggiato i 70 anni di carriera, di fatto è l’ultima e più longeva compagnia italiana di Rivista, per l’occasione la Regione Lombardia gli ha dedicato un libro sulla scorta dello spettacolo ‘Non ci resta che ridere’ ed un film per la tv ‘Non c’è Natale senza panettone’.

Definiti quali “Ineguagliabili interpreti del lombardismo”, I Legnanesi oramai sono diventati maschere nazionali al pari del celebre Arlecchino. Tutto è in travesti, dove gli uomini interpretano gli uomini e gli uomini interpretano le donne e offrono un spettacolo unico nel suo genere.

E, in quest’anno di festeggiamenti, in occasione del cinquecentennale della morte di Leonardo da Vinci c’è chi la combina grossa, o meglio tenta di compiere il colpo grosso e finisce per prenderla sul ridere. E’ la rocambolesca avventura de I Legnanesi, un viaggio nel tempo ‘Sulle tracce della Gioconda’ dove i riferimenti della sceneggiatura colta di Antonio Provasio e Mitia Del Brocco guardano al passato e con sarcastica ironia prestano un’attenzione particolare al presente con richiami e sottintesi alla tradizione ed al panorama politico odierno.

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La storia ambientata a Parigi ha inizio nelle sale del Louvre, con Mabilia (Enrico Dalceri), appariscente stangona biondo platino che insieme a mamma Teresa (Antonio Provasio) e papà Giovanni Colombo (Lorenzo Cordara, al suo debutto in questa stagione) ammirano la Gioconda. Indosso hanno dei gilet gialli catarinfrangenti, simbolo dei manifestanti della protesta inseguiti dai gendarmi (Giordano Fenocchio e Fabrizio Rossi). In occasioni delle celebrazioni di Leonardo Da Vinci Teresa si convince che la Monnalisa debba ritornare in Italia e a dispetto della maledizione legata al furto dell’opera, istiga il marito Giovanni a compiere il misfatto.

E’ così che improvvisamente la famiglia Colombo si ritrova nel 1504, anno di realizazione dell’opera, al cospetto di Leonardo Da Vinci, Gian Giacomo Caprotti detto il Salai e la ben poco avvenente Monna Lisa, nonché di Michelangelo e della caricatura maldestra del David dove l’inarrestabile incalzare di battute e malintesi si colora della fantasiosa ilarità dei dialoghi dei redivivi personaggi storici che rendono omaggio al genio italico.

Il viaggio non finisce qui e grazie all’intercessione di Leonardo Da Vinci i nostri personaggi vengono catapultati nel 1918, durante la prima guerra mondiale lungo la strada per Legnano, in un cortile lambito dai bombardamenti, ora adibito a ospedale da campo e Teresa, vestita da infermiera, intercetta la progenie e prova a cambiare il corso del tempo per risparmiarsi nel futuro, ambientazione reale della commedia, le “pene” della vita coniugale.

Non sveliamo altro e vi invitiamo alla scoperta della conclusione dell’avventura, assicurandovi risate e stupore dall’inizio alla fine dello spettacolo, dove tra il primo ed il secondo atto il viaggio nel tempo si arricchisce di intermezzi musicali e le scenografie e i costumi fatti di balze, pizzi, lustrini e merletti colorati, cifra stilistica della compagnia, prendono vita nel mirabolante e immancabile quadro di rivista, dedicato naturalmente a Parigi, con una scintillante Tour Eiffel che fa da sfondo alle coreografie dei boys e all’ingresso trionfale di Mabilia, come sempre diva tra le dive, splendida in un abito da favola nel Gran Can Can de I Legnanesi.

I Legnanesi divertono e si divertono, non mancheranno esilaranti momenti di improvvisazione e l’inevitabile coinvolgimento del pubblico soprattutto nel siparietto finale quando i Colombo riflettono sui valori della famiglia e dei sentimenti per poi salutarci con il sempre emozionante gran finale in smoking, per ricordare che, nonostante i problemi e le difficoltà della vita, ‘Non ci resta che ridere’.

Buon divertimento!

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