Domenica 19 gennaio è una giornata speciale al CISIM di Ravenna: a partire dalle ore 17 infatti arte e musica cantautoriale italiana si incontreranno in un evento speciale che vede come protagonisti la band Comaneci, il cantautore Edda e la mostra del ravennate Nicola Montalbini da titolo “ERA COSI’ BRAVO”, che resterà allestita e aperta al pubblico fino al 14 febbraio.
I Comaneci, formati da formata da Francesca Amati, Glauco Salvo con chitarra e banjo e dal batterista Simone Cavina, presenteranno al pubblico il loro quarto album: probabilmente il più maturo, il più riuscito, il più complesso dopo 15 anni di lavoro insieme, che mira a tenere legati insieme la melodia, la canzone folk e l’attitudine sperimentale. Quest’ultimo disco si intitola “Rob a Bank” e si compone di 12 canzoni in grado di rappresentare un po’ la summa dell’arte musicale dei Comaneci, che prende ispirazione dall’America e da un blues primitivo aggiornato al presente, con l’ausilio anche di un’elettronica povera.
A seguire si terrà l’esibizione di Edda che presenterà al pubblico la sua ultima fatica intitolata “Fru Fru”. Il disco è una sorta di monologo in nove tracce, un flusso di coscienza che travolge, un fiume di parole in libertà che messe insieme costruiscono il mondo di dell’artista. Il cantautore nasce artisticamente alla fine degli anni Ottanta come cantante dei Ritmo Tribale, storica band seminale nel mondo del rock italiano. Torna sulle scene nel 2009, quando pubblica Semper Biot, osannato dalla critica come uno dei dischi più puri degli ultimi anni. Negli anni successivi pubblica altri dischi, che lo portano a una serie di riconoscimenti come il premio PIMI “miglior artista dell’anno 2012”. “Stavolta come mi ammazzerai?” del 2014 consacrerà infine Edda come uno dei più significativi cantautori italiani contemporanei.
Una musica che fa da sfondo a un trionfo di rosa e di fucsia che testimonia in che modo l’artista, Nicola Moltambini, vede la realtà: un aspetto difficile da rappresentare, soprattutto al giorno d’oggi dove la vista, e in generale tutti i sensi, vengono sempre più mediati attraverso dispositivi tecnologici. Le opere rimandano alla sua infanzia ed immergono lo spettatore in un immaginario a metà strada tra il fiabesco e il minaccioso, ricco di sorprese e di attese e che testimoniano la ricerca di libertà personale che si esplica attraverso la tela.
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