“Volevo nascondermi”, il film biografico sulla vita di Antonio Ligabue

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A breve nelle sale uscirà “Volevo nascondermi” il film biografico che racconta la vita dell’artista emiliano Antonio Ligabue, dall’autoesilio al successo.

Una vita fatta di rifiuti, un continuo spostarsi da un luogo a un altro, una ‘diversità’ che è causa di discriminazione e un’angoscia che deriva dalla solitudine e dal profondo desiderio di essere amato. Per Antonio Ligabue il riscatto umano e artistico è stato un vero e proprio cammino di sofferta conquista. Alla sua vita è dedicato l’ultimo film di Giorgio Diritti, Volevo nascondermi, che arriverà al cinema nelle prossime settimane.

La vita di Antonio (interpretato nel film da Elio Germano) è scandita da una serie di abbandoni: prima quello della madre naturale, poi quello della famiglia adottiva che dalla Svizzera, dove ha trascorso un’infanzia difficile contrappuntata da numerosi trasferimenti e internamenti presso istituti psichiatrici, lo rispedisce in Italia, terra di origine della sua famiglia. Una sorta di autoesilio passato lungo le rive del fiume Po, vivendo nei boschi e guadagnandosi da vivere come scarriolante.

Un’esistenza fatta di stenti, ma con un filo conduttore che lega il piccolo e solo Toni alla sua versione adulta: il disegno. Una passione in grado di farlo riemergere dai suoi momenti di depressione e di calmare le sue crisi. Una vocazione che germoglia grazie all’incontro con lo scultore Renato Marino Mazzacurati, che lo accoglie sotto la sua ala. Tra un fienile, una capanna e una serra prendono vita le sue tele: un mondo fantastico abitato da tigri, gorilla, giaguari. E in mezzo a tutta questa fauna, un uomo: Antonio dipinge costantemente se stesso nel tentativo di conferirsi un’esistenza di cui il mondo cerca di privarlo.

Poi una nuova fase, fatta di crisi, ricoveri e recuperata libertà. È il 1955 quando a Gonzaga ha luogo la sua prima mostra personale alla Fiera Millenaria. La prima tappa di una gloriosa ascesa: la partecipazione al Premio Suzzara di Zavattini, la Mostra alla galleria La Barcaccia, l’invito alla IV Biennale dell’Incisione contemporanea, la collaborazione con la Galleria d’arte Sergio Negri. Ligabue è ormai un artista affermato e famoso. Un idillio che dura poco: dopo appena una decina d’anni di successo, giungono i primi sintomi della paralisi e la morte sopraggiunge a breve, il 27 maggio 1965.

Volevo nascondermi traccia, dall’infanzia alla morte, un percorso di riscatto che porta il rachitico Toni dalla condizione di umiliato a quella di un uomo che ha riscoperto se stesso e la sua identità attraverso l’arte, restituendolo agli occhi del mondo per quello che è: un grande artista dall’incredibile talento.

VOLEVO NASCONDERMI, di Giorgio Diritti con Elio Germano, al cinema prossimamente.